Peri, il senzatetto morto per amore del suo cane
E' morto di freddo il senzatetto che voleva riprendere il suo cane
Si chiamava Peri, aveva sessantadue anni, ed era benvoluto da tutti. Il suo problema più grande era la solitudine, la mancanza di una vera famiglia, una famiglia che lo potesse sostenere nei momenti di bisogno. Compagno e amico di Peri era il suo amatissimo cane Djanko, meticcio senza casa come lui. I due vivevano in simbiosi
e la tranquillità, la simpatia e a discrezione che caratterizzavano la loro vita hanno fatto si che molti abitanti del posto si accostassero a loro aiutandoli spesso con cibo e riparo. Un giorno Peri viene colto da un malore, non vuole andare in ospedale per non lasciare Djanko, così due agenti di polizia che lo conoscevano bene si sono fatti carico del cane, offrendo riparo al cane proprio nella stazione di polizia. Al momento delle dimissione sarebbe passato e lo avrebbe ripreso. Peri va via felice, passano circa dieci giorni e finalmente viene dimesso. Si reca in caserma, è sera ormai, ha camminato tanto a causa della lontananza tra l’ospedale e la stazione, entra e trova una donna, l’agente Kalsi. La donna si rifiuta di consegnare il cane e invita Peri a tornare l’indomani, invitandolo ad uscire dalla porta. Peri, al mattino, verrà trovato morto all’angolo della strada, il gelo della notte, la mancanza di umanità di quell’agente, il posto che non conosceva, lo hanno ucciso. Tutti gli amici del senzatetto si sono indignati, addirittura loro facevano l’abbonamento mensile all’uomo per permettergli di arrivare all’aeroporto dove poteva dormire al caldo tutte le notti. Loro li hanno sempre aiutati, non meritava di morire così. L’agente Kalsi lo ha condannato a morte, è stata sospesa dal servizio in attesa di accertamenti. Il cane è stato adottato da un negoziante, lo stesso che tutte le mattine offriva la colazione a Peri. A volte non basta essere in tanti buoni, basta una cretina a rovinare tutto!