Quella poltrona era il suo posto sicuro

Se ne stava su quella poltrona, giorno e notte, caldo o freddo, sole o pioggia. Rimaneva lì immobile, tutti lo guardavano e nessuno faceva niente, fino a quel ragazzino che con una stupida foto su Facebook ha attirato l'attenzione della persona giusta, che ha indagato su quella poltrona

“Mia madre mi parlò di questo cane orribile che ne vagava nel quartiere confinante il nostro: mamma mia tesoro, dovresti vederlo. Se ne sta su una poltrona vecchia e puzzolente, vicino a quella specie di deposito di spazzatura. Ma poi è brutto, credo abbia la rogna. Mi raccomando, stai lontano da lì, magari è malato.

Ero incuriosito, era più forte di me. Sono andato lì ed era vero, se ne stava su una vecchia poltrona, impaurito, tremante, solo, tristissimo. Mi faceva pena, tanta pena. L’ho osservato per due lunghi giorni e sono rimasto basito da quello ho visto. Lasciava quella poltrona solo per cercare un po’ di cibo, nei secchi della spazzatura e poi tornava di nuovo lì, era il suo posto sicuro.

Ma la cosa che più mi ha fatto arrabbiare è stata vedere tante persone passare di lì, a piedi, in macchina, fissarlo e continuare ad andare avanti. Mia madre non voleva che io mi avvicinassi ma non mi aveva deviato di scattare una foto.

Tornato a casa l’ho pubblicata su Facebook, speravo che qualche genitore di qualche mio amico fosse così buono da portargli qualcosa da mangiare. Invece è accaduto qualcosa di ancora più incredibile. Non so come ma la mia foto è arrivata ad una volontaria del Rescue Dogs Rock NYC. Si chiama Leslie e ha mandato immediatamente un gruppo di volontari per constatare le condizioni del cane.

 

Hanno caricato Duke, così ho scoperto che si chiamava e l’hanno portato con urgenza alla clinica veterinaria. Era disidratato, anemico, coperto di pulci e si, la mia mamma aveva ragione, aveva la rogna. Gli erano stati tolti i denti, li ho sentiti parlare mentre dicevano che si trattava di un cane esca, usano nei combattimenti. Voleva dire che veniva usato come cavia per addestrare altri cani, utilizzati poi, a loro volta, nelle lotte illegali.

Li avevo seguiti, ho preso coraggio e sono entrato. Ho raccontato di essere il ragazzino della foto, mi hanno permesso di vederlo. Poverino era pieno di ferite, era tanto triste. Oggi si trova ancora lì, in quella clinica e io vado a trovarlo ogni giorno. La mia mamma lo sa, è fiera di me e spesso mi accompagna.

Ma purtroppo non possiamo prenderlo. M lui è diventato bellissimo. I dottori dicono che non appena sarà del tutto fuori pericolo, gli troveranno una famiglia vera. Io sono felice per lui ma spero che mi permetteranno di rimanere suo amico e di vederlo ogni tanto. Spero che nella sua nuova casa potrà starsene al caldo, lontano dalla pioggia e dallo sporco. Spero che la sua nuova casa abbia una poltrona perfetta.”