Tata, le lacrime sono tutte per lei
La favola della randagina Tata è finita nel peggiore dei modi
A raccontare i fatti è la volontaria che circa due anni fa salvò Tata dall’Abruzzo. Era il giorno di Natale quando, passando per una strada di periferia, trovò la cagnolina tra la neve con otto cuccioli appena venuti al mondo. La ragazza cercò un riparo provvisorio in un vecchio magazzino ma avvicinare la mammina
non era facile. La cagnolina aveva paura dell’uomo, cosa avesse passato solo lei lo poteva sapere, ma con pazienza e amore la volontaria riusci ad ottenere che al suo arrivo non si andasse più a nascondere, non era poco, era un passo avanti. Quella favola di Natale era destinata ad avere un lieto fine. A Maggio i cuccioli andarono tutti a casa, belle famiglie sparse in tutta Italia, restava lei, la mamma, la più difficile da sistemare. A Giugno dalla Toscana arriva la chiamata tanto attesa, una famiglia splendida adotta Tata, per lei si apre la vera vita. Ci sono voluti mesi per recuperarla, in quella bellissima casa a ridosso dei boschi aretini lei aveva trovato la felicità. Adesso saliva sui letti, dava i bacini, aveva finalmente capito che non tutti gli umani sono cattivi. Venerdi la telefonata peggiore, la famiglia, distrutta, comunica che un cacciatore ha sparato a Tata nel giardino di casa, la piccina si è trascinata alla porta, sempre aperta, dove gli altri due amici a quattro zampe la leccavano. Non c’è stato neanche il tempo di portarla dal medico,Tata se ne è andata in un battito di ciglia. Certo ai “cacciammerda” così li chiama la volontaria, forse dava fastidio il suo abbaiare, la famiglia non si da pace, la volontaria peggio “Era stata una vittoria e un grande sacrificio per me, li odio, odio i cacciatori, provo pena per le loro mogli e compassione per i loro figli, sono esseri infelici che riversano la loro frustrazione su poveri innocenti, hanno bisogno di vincere qualcosa! Tata, il male dell’uomo non lo avevi scoperto tutto, buon ponte piccola mia, ti ho voluto un modo di bene e ti ho salvata perché volevo farti conoscere la felicità, avevamo vinto…” Fortissime le parole della volontaria, infinito il dolore
Qua era in clinica, prima di partire per mettere il chip
Aveva sul corpo le ferite della strada, della solitudine, non doveva finire così
Addio cagnolina elegante..
Un pezzo del mio cuore è con te