Come smettere di fumare con un test

Così in base ai risultati avremo il metodo giusto per noi.

Smettere di fumare non è facile: lo sa bene chi ha iniziato con un’estrema semplicità, ma ora deve fare i conti con una dipendenza alla quale è difficile rinunciare. Ci sono tanti metodi per smettere di fumare, ma non è detto che quello che ha funzionato per il nostro collega o la nostra migliore amica sia adatto anche a noi. Per smettere di fumare per sempre ci vuole un test. Sì, ma quale test? Un test genetico, che è in grado di individuare i percorsi terapeutici migliori e quindi personalizzati per ogni persona che vuole smettere di fumare.

Secondo uno studio dei ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano, pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature, i test genetici possono indicarci davvero la vita per trovare il metodo migliore per dire addio per sempre alle bionde. Con un prelievo di sangue si possono individuare le caratteristiche genetiche individuali che hanno un’influenza sul rischio di diventare dipendenti dal fumo.

I ricercatori spiegano che alcune variazioni del DNA, specifiche per ogni persona, che si trovano nei geni che determinano i recettori della nicotina, si associano al rischio di diventare dipendenti alla nicotina. Queste variazioni sono anche in grado di determinare quanto sarà complicato smettere di fumare in quei pazienti che già ci hanno provato, ma non ce l’hanno fatta.

Lo studio svela che smettere di fumare senza ricadere nel vizio è molto difficile: lo sanno tutti coloro che ci hanno provato e che ci sono ricascati nuovamente. “Questi risultati rappresentano il primo passo verso l’individuazione di un profilo genetico individuale, sulla base del quale si potrà definire un percorso terapeutico di disassuefazione dal fumo il più personalizzato possibile”.

Queste le parole di Francesca Colombo, ricercatrice dell’Unità di Epidemiologia Genetica e Farmacogenomica dell’INT, mentre Roberto Boffi, Responsabile della Pneumologia e del Centro Antifumo dell’INT, aggiunge:

“In questo modo si potrà aumentare il numero di pazienti che beneficeranno delle varie terapie antifumo disponibili diagnosticando al meglio la tipologia di fumatore che si rivolgerà a noi, così da aiutarlo concretamente nel suo tentativo di cessazione e a ridurre al contempo l’incidenza delle malattie fumo-correlate”.