Cos’è l’amiloidosi, la malattia di cui soffre Oliviero Toscani e come si manifesta
Attualmente, non esiste una cura per l’amiloidosi, anche se negli ultimi anni sono stati compiuti progressi significativi.
Recentemente, Oliviero Toscani ha rivelato di soffrire di una rara malattia, l’amiloidosi, una notizia che ha certamente scosso in tanti sia per la gravità della patologia sia per l’importanza del personaggio di cui stiamo parlando.
Per la malattia di cui soffre Toscani al momento non esiste una cura definitiva e la notizia ha subito destato grande apprensione. L’amiloidosi colpisce circa una persona ogni 100 mila e si stima che in Italia vengano riscontrati circa 800 nuovi casi ogni anno. Non è esattamente rara, ma di che si tratta e cosa comporta? E ancora, quali sono i sintomi e le terapie disponibili?
Il celebre fotografo, oggi 82enne, ha spiegato la malattia di cui soffre in modo semplice: “In pratica, le proteine si accumulano in punti vitali del corpo, bloccandolo. E si muore. Non c’è cura”. Piuttosto scioccante, detto così, ma terribilmente vero. L’amiloidosi è infatti caratterizzata dalla formazione di depositi di proteine anomale, chiamate amiloidi, che si accumulano negli organi e nei tessuti, andando a compromettere il funzionamento con conseguenze che possono essere davvero disastrose.
La malattia può manifestarsi in forma localizzata o diffusa, spesso aggredisce i reni, provocando insufficienza renale, o il cuore. Ci sono circa trenta varianti di amiloidosi, ciascuna determinata da proteine diverse. La diagnosi è spesso complessa, dato che i sintomi possono essere facilmente confusi con altre patologie e condizioni più o meno gravi. Ci sono comunque segnali importanti che non vanno trascurati, come l’ingrossamento della lingua o particolari macchie sulla pelle.
Da tenere d’occhio altri sintomi come la perdita di peso involontaria, disturbi gastrointestinali, problemi renali o cardiaci. La diagnosi di amiloidosi viene solitamente effettuata attraverso esami del sangue e delle urine, oltre che tramite biopsia. Altri esami, come la scintigrafia SAP e l’ecocardiogramma, possono essere utili nel processo diagnostico.
Attualmente, non esiste una cura per l’amiloidosi. Negli ultimi anni sono stati compiuti progressi significativi per contrastare la progressione della malattia. Trattamenti specifici possono ridurre la produzione delle proteine anomale e capita, in alcuni casi, che la funzione dell’organo colpito può essere recuperata, se l’avanzamento dell’amiloidosi non è già a un punto irreversibile. A volte necessario ricorrere alla chemioterapia per eliminare le cellule anomale del midollo osseo che producono le proteine amiloidi.