Dieta vegana e carenza da colina, sostanza fondamentale per il cervello

Dieta vegana e carenza da colina: gli esperti sottolineano che può essere pericolosa la carenza di questa sostanza fondamentale per il cervello

Dieta vegana e carenza da colina: gli esperti lanciano l’allarme per quello che riguarda la mancanza di una sostanza che è assolutamente fondamentale per la salute del cervello umano. Mangiare più frutta, verdura, cereali, legumi, cercando di limitare la carne, soprattutto rossa, può fare bene alla salute. Ma eliminare proprio tutti gli alimenti di origine animale potrebbe essere potenzialmente pericoloso.

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La nutrizionista britannica Emma Derbyshire, in un articolo online su BMJ Nutrition, Prevention & Health, ha scoperto che una dieta a base solo vegetale e vegana fa bene al pianeta, può essere utile per alcuni problemi di salute, ma potrebbe non permettere all’organismo di assumere abbastanza colina, sostanza che si prende cura del nostro cervello e che noi assumiamo tramite l’alimentazione.

La colina, infatti, è presente nella carne di manzo, nelle uova, nei latticini, nel pesce e nel pollo. E in misura decisamente minore anche in noci, fagioli e verdure come i broccoli. Non mangiando tutti i prodotti di origine animale, si riduce notevolmente l’apporto di questa sostanza fondamentale per la salute del nostro cervello.

Da tempo conosciamo l’importanza della colina per la nostra salute. Nel 1998 l’Istituto Americano di Medicina aveva raccomandato di assumerne ogni giorno 425 milligrammi per le donne e 550 milligrammi per gli uomini. Le donne in gravidanza, invece, e quelle che allattano ne devono assumere di più, tra i 450 e i 550 milligrammi. Ricerche dimostrano che in tutto il mondo non se ne assume come gli esperti consigliano.

Dieta vegana

L’esperta sottolinea che tutto questo è preoccupante, anche perché ultimamente la dieta vegetariana e vegana si sta diffondendo sempre di più, per motivi di salute, etici e anche per moda, in alcuni casi. Nel Regno Unito, in particolare, oggi “la colina è esclusa dai database di composizione degli alimenti”, secondo quanto emerge dalle più importanti ricerche e dalle linee guida.