In arrivo un vaccino per l’Alzheimer?

Per tutte le persone che ne soffrono, potrebbe presto arrivare un vaccino per l'Alzheimer, per poter combattere la malattia?

Il morbo di Alzheimer è una malattia ancora piuttosto oscura. Non ci sono al momento terapie e cure che possono aiutare i pazienti che ne sono affetti a guarire. Le case farmaceutiche sono impegnate a trovare un vaccino, ma quelli che sono stati fatti finora sono ricchi di effetti collaterali. Ma oggi una risposta in più potrebbe arrivare da una società, la United Neuroscience.

vaccino per l'Alzheimer

Secondo i ricercatori che hanno eseguito lo studio su questo vaccino. gli effetti del morbo di Alzheimer sono provocati da due proteine ​​chiamate beta-amiloide e tau: se sono presenti in alte concentrazioni nel cervello umano, questa persona è affetta dalla malattia.

Uno studio condotto da United Neuroscience ha dimostrato che il 96% dei pazienti che è stato vaccinato contro l’Alzheimer non ha avuto effetti collaterali di gran rilievo.

Anzi, hanno potuto constatare una migliore funzione cerebrale, una riduzione della placca proteica intorno ai loro neuroni, facendo il meglio possibile per poter aiutare il cervello umano colpito da Alzheimer a combatterne gli effetti.

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Mei Mei Hu, CEO di United Neuroscience, spiega: “Stiamo andando nelle direzioni giuste”. Attualmente siamo nella terza fase di sperimentazione del vaccino UB-311. Si tratta di un vaccino endobody, che aiutano il sistema immunitario a gestire le parti del corpo che non funzionerebbero a dovere. Si tratta di un vaccino sintetico, che imita la malattia.

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“Siamo stati in grado di generare alcuni anticorpi in tutti i pazienti, cosa insolita per i vaccini. Stiamo parlando di un tasso di risposta quasi del 100%”, ha detto il principale autore della ricerca.

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Al momento ci sono solo 5 farmaci per alleviare i sintomi dell’Alzheimer, che di solito si presentano con difficoltà a ricordare eventi recenti, problemi di linguaggio, problemi d’umore, scarsa motivazione, pessimo senso dell’orientamento. Progrediscono di solito in maniera inesorabile. In nessun caso, però, possono rallentare o arrestare del tutto la progressione della patologia.