World Cancer Day: tumore al seno e osteopatia

World Cancer Day: tumore al seno e osteopatia, ecco cosa è emerso da un recente studio scientifico sul tema

Il 4 febbraio si celebra in tutto il mondo il World Cancer Day, la Giornata Mondiale per la lotta contro il Cancro. Un  recente studio scientifico svela quali possono essere i benefici dell’osteopatia nel trattamento del tumore al seno. Scopriamolo insieme.

World Cancer Day

Il tumore al seno è la neoplasia più comune tra le donne, sia per quello che riguarda le nuove diagnosi sia per quello che riguarda le morti per cancro. In Italia nel 2018 sono state colpite 52.800 donne. 12mila i decessi annuali. Nelle donne con più di 50 anni il rischio di contrarre il tumore al seno è maggiore. L’età è uno dei fattori di rischio, ma ne esistono anche altri:

  • menarca precoce
  • menopausa tardiva
  • nullaparità
  • gravidanza a termine dopo i 30 anni
  • terapia ormonale sostitutiva durante la menopausa
  • eccessivo consumo di alcol
  • eccessivo consumo di grassi animali
  • fattori ereditari

La sopravvivenza a 5 anni è oggi all’87%, a 10 all’80%. Grazie agli screening e alle diagnosi precoci, la prognosi è decisamente migliorata, così come il tasso di mortalità è diminuito, anche grazie alla prevenzione. Insieme alle cure convenzionali, si è resa sempre più utile l’osteopatia. L’osteopata, in collaborazione con il medico curante, per prevenire ogni controindicazione, può ridurre gli effetti collaterali del trattamento farmacologico del cancro, come stanchezza, dolori, nausea, vomito, diarrea.

World Cancer Day

Uno studio condotto dal Centre Georges François Leclerc (CGFL) in Francia svela che la risposta delle pazienti sui disturbi tipici della chemioterapia è ottima, soprattutto per quello che riguarda i problemi a livello intestinale.

Il Dottor Emanuele Botti, fondatore insieme al Dottor Marco Chiantello di Advanced Osteopathy Clinic e Advanced Osteopathy Institute, spiega: “Il miglioramento della funzione intestinale porta con sé diversi effetti benefici sullo stato di salute delle pazienti. Questo perché una migliore regolarità nel transito significa anche un migliore assorbimento degli alimenti e soprattutto dei farmaci, dunque un notevole contributo all’equipe medica in questo senso. Inoltre, secondo gli ultimi studi in ambito psicologico, la funzione intestinale risulta essere fortemente correlata agli stati depressivi e di alterazione di umore in generale, oltre a incidere su tutta una serie di aspetti metabolici di tipo endocrino e immunitario che possono quindi beneficiarne”.