10 ansie pre-natalizie che non ci abbandoneranno mai
Se per qualcuno non dovesse essere solo strenne e gioia, consolatevi,. non siete i soli!
L’albero di Natale l’ho fatto.
I miei vicini di casa hanno tirato fuori quell’assurdo, bruttissimo e imbarazzante Babbo Natale che si arrampica al balcone, l’ultimo degli oggetti trash per eccellenza.
Il mio amico Mehdi, che ha la pasticceria con la P più maiuscola di quella di Knam, ha messo in vetrina alberelli biscottati e renne glassate, che sono una meraviglia.
Insomma, Natale ha preso il sopravvento e la fa da padrone, con una tracotanza tale che ogni Grinch trema di paura di spavento, che manco Topo Gigio!
Che dire?
Io, che del Grinch non ho un fico secco, nonostante la mia inclinazione da “bad girl”, sono sempre gioiosa per l’arrivo del Natale e ho vissuto benissimo il novembre ricco di decorazioni anticipatorie, che hanno gettato le masse in uno stato di agitazione snervata; tuttavia, ammetto che, da fiera nevrotica quale sono, resto consapevole dell’esistenza delle tremabonde ansie che affliggono l’essere umano al pensiero del Natale e del suo arrivo.
Quindi, con il giusto spirito natalizio di condivisione, tra supporto, e generosità, eccomi ad analizzare le motivazioni di herpes, moltiplicazione di capelli bianchi, prolificazione di occhiaia e zampe di gallina, tipiche del periodo…
1) Regali
Ai suoceri ne vanno due, o uno cumulativo? E se faccio un regalo “troppo” bello alla mia amica che mi fa solo un pensiero? E se la ragazza con la quale vado a correre mi compra una cosetta e io mi faccio trovare impreparata? E se il ragazzo col quale sto uscendo mi prende una cosa che non mi piace?
Ecco, sappiate che sono emozioni contrastanti, che vi piglierà in un turbinio tra negativo e positivo, che non avrà fine, fino al 26 dicembre, e che vi lascerà comunque un tantino insoddisfatti… Forse la cosa migliore è pensarci con un tempismo un po’ consistente: non fate quelli che arrivano al 22 con tutti i regali ancora da fare, dai!
2) L’albero e il presepe
La mia catechista e il parroco me lo ricordo come se fosse ieri, ci dicevano sempre che il Natale non era regalo o addobbo, ma amore nel cuore. Io, ovviamente, vedevo nel Natale un turbinio di carta da scartare e di palline da montare sui rami, eppure ho sempre vissuto l’acrimonia infinita del periodo, dovendomela vedere tra uno degli eterni drammi traumatici e traumaturgici del periodo: in casa si fa l’albero o il presepe?
E no, non è una cagata, perché da brava ragazza cresciuta timorata di Dio, quando ho avuto una casa mia e ho rifiutata l’ingresso del presepe, che mai mi ha fatta impazzire, è iniziato il calvario della fede, la tradizione cristiana vuole il presepe, il glamour da copertina di Elle Decor un albero coi controfiocchi e io, seriamente, non ci ho dormito la notte su sta cosa!
3) Gambe sotto il tavolo!
Per favore, care le mie fitness addicted ossessionate dal sale iodato, vedete di fare un passo indietro, almeno durante il mese di dicembre! Perché, per quanto voi vi incaponiate con tutte le vostre forze, rinunziando alla quarta fetta di pandoro, l’incombere del Natale significa fare “ciaone proprio” alla dieta e accettare il tacito strizzare d’occhio del grasso idrogenato, che prenderà residenza sul vostro deretano, gioioso come solo l’ennesimo candito tra i denti. L’aperitivo con quelli del club del libro, la pizzata con le amiche dell’università, la merendona con le mamme dell’asilo, la cena dell’azienda, la colazione tra amiche del cuore, insomma un valzer di cicciosità e alcol che non ha inizio o fine, moltiplicazione o divisione di sorta, si accetta, ci si fa sovrastare, ma si accetta!
4) Le luminarie in città
Ora, a meno che non facciate parte del consiglio comunale della vostra città, diciamo che le luminarie per le vie non sono esattamente affar vostro, eppure sono comunque motivo di grosse tribolazioni interne. Per prima cosa, perché come ho scritto prima, le montano sempre prima, in un monito spaventevole che ci ricorda che è ora di pensare, di spendere, di preoccuparsi! Una volta si aspettava l’8 dicembre, adesso a metà novembre ti ritrovi a essere insonne perché dalle finestre ci sono 9mila watt di lucine che fanno come le caprette di Heidi… ciao!
5) Cena della vigilia? Pranzo di Natale?
Il problema non è cosa da poco. Non tanto quando sei una ragazzina, che deve posporre il proprio volere alle scelte dei genitori, ma quando sei tu ad avere un compagno, una famiglia, un’indipendenza di scelta…. Come ci si divide? Si fa il pranzo di Natale dai parenti di lui e la cena della Vigilia a casa della mamma? Si cerca di riunire tutti sotto lo stesso tetto? Si gioca a morra cinese e si lascia alla sorte la scelta? Ci si divide? Si parte per un viaggione alle Maldive? Si simula una roba alla Lapo Elkann e si chiede un riscatto? Ardua decisione, ricca di stress che ingrassa più del cotechino e della polenta!
6) Scrooge o Sfera di neve?
Ovvero, deterrente o amante? Ora, diciamocelo, il Natale è bello bello in modo assurdo, per chi ha una famiglia, gente che lo ama, un lavoro, un invito a tavola, una casa da addobbare in modo eccessivo e regali ridicoli da scartare la notte tra il 24 ed il 25. Però non per tutti è così. Diciamocelo. Quindi, quando alla tv inizia ad apparire la pubblicità del Bauli, per qualcuno, inizia la voglia intrinseca ed esplicita di fregare le mini renne dai giardini del circondariato! Per altri no. Per altri inizia il gioco bello da giocare! Ma per tutti, da una parte o dall’altra, lo stress diventa di livello 11mila!
7) Cosa metto in tavola?
Eh già, le donne di tutto il creato, casalinghe la loro parte, perdono il sonno e la pazienza, di fronte alle varie correnti di pensiero: si segue la tradizione famigliare e si mette in tavola salame cotto, gallina bollita, spinaci e cotechino o si cucina il pesce per dare un’impronta più leggera e glam? Si da fuoco alle fiamme con una lasagna deliziosa dal sapore del tutto casalingo o ci si da all’etnicità propinando pollo al curry e nuddles con pinoli e zenzero?
E come si fa? Santissimo cielo! Se poi, ci si mettono anche i vari cuochi del panorama televisivo, del genere Alessandro Borghesi, Csaba della Zorba, Chiara Maci, Simone Rugiati, Iginio Massari… ecco allora partono i conflitti esistenziali!
8) Il dramma da 26 dicembre
Santo Stefano chiude il primo giro di abbuffate. Alcuni ne approfittano per l’ennesimo pranzo, con quella parte di gente che non la si può evitare manco a volerlo e lo si vorrebbe eccome! Altri si trincerano in casa con le serrande abbassate, il calorifero al massimo e una maratona di tv che distrae e scandisce i vari e variegati pisolini pomeridiani. Per tutti, a partire da Santo Stefano e per tutta l’ultima settimana dell’anno, si avrà a che fare con l’avanzo. Le fettarde di arrosto della zia, la glassa del panettone che si incastra tra i denti per giorni e giorni, lo spiedo freddo con la polenta perennemente a scaldare nel forno.
Si vorrebbe tornare alle minestrine e alle fette di petto di pollo, che possano rimettere buona pace allo stomaco, ma come si fa a buttare tutto quel ben di Dio? E poi, tanto lo sanno tutti, che la Befana arriverà presto e si porterà vi tutte le feste, no? E allora, Malox e resistenza!
9) Panettone (o pandoro) on the table
L’eterna lotta gastronomica. Una questione più antica e difficoltosa di quella che si chiede se sia nato prima l’uovo o la gallina; il mondo del panettone si contrappone a quello del pandoro e no, non si possono avere ambedue, nella vita bisogna avere il coraggio delle scelte!
Il pandoro si sposa perfettamente con la crema al mascarpone, con la Nutella, con lo zabaione, con panna montata e frutta rossa, di contro, il panettone ormai ha talmente tante varianti appetitose, (tra pistacchio, marron glaces, scorzette di arancia, cioccolato…) che si fa pure una non indifferente fatica a scegliere… ma bisogna! Bisogna scegliere. E decidere. Ed escludere. E rinunciare. E vacca gallina!
10) E ora che è passato Natale…
… all’ultimo che fai?
E qui solo la reazione di Psyco, sorpresa sotto la doccia, può eguagliare la nostra…