Gli edifici scritti: tipografia in architettura

L'intrigante rapporto tra lettere e volumi

 

Giocare con le lettere e utilizzarle come strumento di progetto è un’idea curiosa e non certo di recente invenzione. Visto da lontano o da vicino, il lettering è caratteristica forte e di inequivocabile dichiarazione di ciò che è il fabbricato.
Edifici “scritti” sono diffusi in tutto il mondo e sono indimenticabili, dal Fukutake House nell’isola Megijima in Giappone al Lentos Museum of Modern Art a Linz, in Austria. Attraenti concetti e architetture da leggere.

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Fukutake House. La facciata a lettere rivela l’importanza della tipografia nella progettazione tridimensionale

Oltre all’architettura–pubblicitaria, imponente e autoreferenziale, la scrittura può essere anche sottile incisione sulle facciate e i segni grafici aggiungono valore evocativo e poetico alle strutture. E’ il caso del palazzo di Vigonovo dei 3ndy Studio, il cui restauro ha riqualificato una parte del paese, creando una nuovo luogo di aggregazione sociale a completamento del centro storico.

Per gli architetti far rivivere un luogo e riportarlo all’antico splendore significa rievocarlo per quelle che sono le voci che l’hanno popolato, frammenti di storia, di vita, di quotidianità e tradizione che possono essere colte e tracciate per sempre su un foglio di carta. E questa pagina smisurata è diventata, nel progetto del Campiello, un’enorme scultura composta da centonovanta lastre di acciaio corten per una superficie di oltre 300 metri quadrati da leggersi come una gigantesca ed enigmatica pagina di un libro.

Lo scultore piacentino Giorgio Milani, su suggerimento di Philippe Daverio, ha scritto sulle facciate dell’edificio “Eco di passi nella memoria”, un’opera di lettering, che bilancia 22 diversi alfabeti, tra maiuscole e minuscole, creando un’armonia estetica e culturale.

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3ndy Studio, le parole sul palazzo di Vigonovo

Le scritte delle architetture possono anche comunicare semplicità, immediatezza e buon umore. Hello HouseMelbourne, del team OOF! Architecture, è una casa che invita e saluta il mondo con un grande muro in mattone parlante. La pelle esterna cela l’interno che mantiene il volto pubblico e dice “ciao”, mentre all’interno la casa è introversa a servizio dei suoi abitanti.

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Hello House, Melbourne, Australia

Casa do Conto, arts&residence a Porto, in Portogallo, è il risultato di un processo di ripristino chirurgico dell’edificio da parte dei Pedra Líquida. Il restauro dell’hotel, distrutto dopo un incendio, oggi evoca l’antico attraverso un approccio astratto, una sorta di “architettura fossilizzata” la cui nuova pelle parla di quella antica.

Tutti i soffitti di cemento sono incisi di testi, bassorilievi che narrano il concetto di “casa”.  Ecco che qui le lettere diventano le cicatrici di un tempo vissuto, rappresentano il declino e la rinascita, la memoria del passato e la voglia di futuro.

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Casa do Conto, arts&residence, parole in door

Nello storico quartiere di Saint Blaise, nel cuore di Parigi, Mama Shelter vi dà il benvenuto per respirare lo spirito persistente di Edith Piaf, Oscar Wilde e Jim Morrison. Il progetto è dell’archistar Philippe Starck, che disegna un’eclettica ed elettrica atmosfera scritta sulle tre dimensioni. Pavimenti, muri e soffitti sono in diretto dialogo con gli ospiti. Qui si legge ovunque.

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Mama Shelter a Parigi

Lisa Rienermann, puntando gli occhi in alto in passeggiate metropolitane, scopre le lettere che gli edifici disegnano in cielo. In Type the sky i profili degli edifici tracciano porzioni di cielo a forma di lettere, appunto, definendo un nuovo font urbano.

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Lisa Rienermann, Type the sky, un font nel cielo