I paesaggi artificiali di Edith Meusnier
Installazioni vibranti e colorate per creare una natura immaginaria
Un intreccio di fili colorati, leggero e trasparente, cattura e riflette la luce; fluide costruzioni geometriche si increspano e ondeggiano sospese nel vento; un’insolita vegetazione si fa strada nei boschi: è la natura artificiale di Edith Meusnier.
Dal 1996 l’artista francese piega e intreccia fili metallici, nastri di plastica come quelli da regalo e materiali da imballaggio per realizzare strutture effimere, flessibili e colorate, che in un secondo momento inserisce nel fitto dei boschi, sospese tra gli alberi o sull’acqua dei canali, giocando tra rigidità e leggerezza. I materiali sono banali e quotidiani e i gesti semplici e ripetitivi ma le strutture cui danno vita modificano i luoghi con la loro presenza straniante e inaspettata.
Edith Meusnier utilizza la flessibilità del tessuto per accendere il paesaggio naturale del riverbero colorato delle sue reti, sottolineando la relazione ambigua tra l’uomo e l’ambiente, suscitando allo stesso tempo stupore, meraviglia e disorientamento.
Lo studio dell’artista è il proprio giardino e le sue opere sono pensate fin dall’origine per svilupparsi e integrarsi nel paesaggio naturale, lasciando interagire la propria artificialità con la casualità degli elementi naturali.
Il vento, la luce del sole, l’acqua modificano e amplificano con effetti imprevedibili e poetici le forme e i riflessi colorati delle installazioni. Le maglie delle grandi reti vibrano e oscillano al vento e l’acqua o la neve ne catturano i riflessi colorati ridisegnando il paesaggio tra realtà e illusione, scoperte inattese e incontri surreali.
Che siano gli enormi frutti di una natura immaginaria, diafane ragnatele sospese tra i rami o prismi dai colori vivaci fluttuanti sull’acqua, le opere dell’artista francese reinventano il paesaggio con immaginazione e poesia.