Margot Zanni: una passione per Dalani
La style director di Dalani si racconta
Solo un anno e mezzo fa lasciava il suo lavoro di giornalista televisiva per un’avventura chiamata Dalani. In Class si è occupata di programmi di design, architettura e home&living per quasi cinque anni. Prima ancora, ha viaggiato molto, tra New York, Londra e Berlino.
Oggi Margot Zanni si dedica alla ricerca delle tendenze e delle maggiori novità in fatto di arredamento, nello specifico selezionando i prodotti che si vedono sul sito di Dalani quotidianamente e creando ogni giorno ispirazioni e suggestioni diverse ma sempre eleganti e raffinate. Sul Dalani Magazine, ogni settimana, pubblica articoli di approfondimento su arredamento e design… Oh, mica ci vorrà fare concorrenza?
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Dal giornalismo televisivo alla content curation per Dalani. Com’è cambiato il tuo orizzonte lavorativo?
L’approccio è totalmente diverso. Da giornalista ho sempre amato raccontare storie ed essere al passo con i tempi ma oggi, in Dalani, è molto importante individuare i trend prima degli altri e cavalcare l’onda delle ispirazioni. Quello che, invece, le due professioni hanno in comune è il ruolo dell’immagine. La fotografia o l’inquadratura deve essere perfetta, accattivante ed evocativa. Sempre. Parte tutto da lì.
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Con Dalani avete lanciato una Capsule Collection di Seletti, uno dei brand di design più ironici e innovativi al momento in Italia. Che tipo è Stefano Seletti?
Stefano Seletti è lungimirante, umile e molto attento ai cambiamenti del nostro tempo. La sua azienda è stata una delle prime a capire le potenzialità produttive dell’Oriente. La creatività, però, è rimasta in Italia. Il suo hub delle meraviglie nel parmense è un ritratto perfetto della sua personalità. Pop, cosmopolita ma anche molto pratica.
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Adesso vivi a Milano, dove si concentra gran parte dell’universo design italiano. Vivere in questa città è di stimolo alla tua creatività?
Milano è da sempre uno stimolo. Una regola che mi sono imposta è quella di dedicare una giornata al mese per visitare i negozi del design, Via Durini, Corso Monforte, la Triennale ma anche il quartiere di Brera e gli studi di architettura. Il mutamento è costante.
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E che mi dici dell’altrove? Quali sono attualmente le città che ti sembrano più artist- (o designer-) friendly, In Italia e all’estero?
Se un paese crede nel design e nell’home&living lo si capisce dai giornali di settore. La Francia, per esempio, è ancora attentissima e da grande spazio alla creatività e al monitoraggio delle tendenze. Le riviste di arredamento francesi sono dei quadri colmi di ispirazioni. Anche i paesi scandinavi non sono da meno. In Svezia e in Finlandia c’è un vero e proprio culto per i designer.
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La tua più grande soddisfazione professionale?
Essere riuscita a mettere insieme il mio team di lavoro. Giovani professionisti affidabili e competenti con una media d’età under 28.
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Il tuo sogno irrealizzabile (o forse non così impossibile)?
Viaggiare continuamente alla ricerca di oggetti meravigliosi da mettere sul nostro sito e… comprare una casa su un’isola greca.