Acqua, luce e tecnologia per una piazza contemporanea

In una piazza americana un’installazione riproduce con acqua e luce il passaggio della metropolitana sotto la superficie

Rendering dell’istallazione a Piazza Dilworth, Philadelphia, di Janet Echelman
Rendering dell’istallazione a Piazza Dilworth, Philadelphia, di Janet Echelman

Una piazza americana con tre linee di metropolitana sotto il suolo e un’installazione in superficie. Niente di nuovo detto così. E invece l’ultimo lavoro della scultrice Janet Echelman è del tutto innovativo, sia nei materiali che nel concept. Come una radiografia del sistema di trasporto metropolitano della città infatti, l’opera riprodurrà in tempo reale il percorso dei treni che corrono sotto la piazza Dilworth di Philadelphia, utilizzando i data feed di arrivo e di partenza dalla stazione. Il tracciato sarà evidenziato attraverso veli d’acqua nebulizzata alti un metro e mezzo e illuminati da luci colorate.

Con questo suo ultimo lavoro l’americana Janet Echelman prosegue nella ricerca con cui tenta di rendere visibili le forze ambientali che l’occhio umano da solo non riesce a percepire. L’opera è vincitrice di un concorso di idee voluto dalla città di Philadelphia in occasione dei lavori di rifacimento della piazza all’insegna dell’ecosostenibilità, che inizieranno proprio questa estate e saranno completati nel 2013.

Test del velo di vapore illuminato, di Janet Echelman
Test del velo di vapore illuminato, di Janet Echelman

Il velo d’acqua progettato dalla Echelman, composto di particelle di acqua atomizzata e aria compressa, è “sparato” ad un’altezza di un metro e mezzo è spostato dal vento e dal passaggio dei pedoni, ma le particelle d’acqua sono sufficientemente piccole da non bagnare le superfici. Alla base della scultura uno specchio d’acqua riflette l’architettura della piazza oltre al velo di vapore, che di notte è illuminato da tre diverse sorgenti di luce, gli stessi colori delle linee della metropolitana riprodotte.

Il risultato riesce a essere contemporaneo senza essere invasivo, valorizzando la piazza e la sua architettura storica e rivelandone un lato nascosto a uno sguardo… di superficie. E chissà che non migliori pure il traffico dei pedoni che corrono verso la metro!