Chiara Biasi: quando l'invidia fa male!

Quando si ha così tanto successo si va sempre incontro a gelosie da parte di altre persone. E succede ancora di più se il personaggio “famoso” è una donna.
A prendere di mira Chiara Biasi sarebbe una persona che ha creato un profilo su instagram chiamato: laveritasullebloggerfamose. Sono più di sedicimila i ragazzi che seguono questa pagina. E nella descrizione si legge: “Non sono un profilo falso. Ero una follower e hanno bloccato il mio profilo perché ho scritto la verità su Chiara B.!!!! Seguitemi e capirete! Basta bugie!”. Tutto correlato da una foto di copertina con l’hashtag #RidicolaBiasi”.
Tra le varie immagini pubblicate da questo profilo ieri ne è stata pubblicata una che riportava:
“Non so se sono peggio le st***ze che mi insultano puntualmente o le poverine che accusano queste ultime di non avere una vita, ma passano le loro giornate a difendere una che non hanno mai visto in vita loro. Vorrei che, con un un po’ di intelligenza, tutti capissero che fin quando avrò delle pecorelle nel mio gregge continuerò a godermi tutto questo. E non sarà qualche critica ad intralciarmi, certa gente mi continuerebbe a seguire anche gli ca***si addosso!”.
Un messaggio che su Twitter non è stato mai pubblicato, anche se la proprietaria del profilo continua a dichiarare che lo status è stato scritto e poi cancellato successivamente dalla stessa Chiara.
La Biasi non ci sta e per questo scrive su Facebook:
“Ad insulti gratuiti sono sempre pronta, ma a status falsi e photoshoppati no. Non c’è limite davvero, e quindi ora ci si muoverà di conseguenza. Mi spiace che qualcuno abbia pensato io potessi addirittura scrivere una cosa del genere, ancor più pubblicamente. Nove ore fa dormivo ed ora mi trovo di fronte a questo. Allibita“.
Anche il suo manager Francesco Facchinetti arriva in sua difesa:
“Vi scrivo per segnalarvi che partirà a breve un’azione legale nei confronti del rappresentante di questo profilo e delle persone che lo sostengono, condividono e alimentano. Il diffondere notizie false, lede l’immagine della mia assistita. Se il profilo è stato aperto da un minorenne, le azioni legali ricadranno su chi ne fa le veci: i genitori. Con questo è tutto”.
Ma tutto questo non è bastato a fermare le persone che si celano dietro questo profilo che rispondono a Facchinetti in questo modo:
“Sappi che non temiamo niente perché il commento della tua assistita c’è stato e l’abbiamo visto con i nostri occhi! E a gestire questa pagina siamo un bel po’ di persone! Ti auguriamo di riuscire a trovarci tutte“.
Come andrà a finire?