Fabrizio Corona depresso e pronto a sacrificare la vita
Si continua a parlare di Fabrizio Corona, della sua depressione e del suo stato di malessere psicofisico di questo ultimo periodo.
A raccontarci le condizioni di Fabrizio Corona è Gabriella, la sua mamma, che è stata chiamata ad intervire ieri sera durante la trasmissione “In Onda” condotta da Salvo Sottile.
La signora Corona ha spiegato che il figlio sta passando un periodo buio e in una lettera letta dalla madre stessa in collegamento esterno durante la trasmissione, Corona scrive: “Non esco più dalla cella, non dormo, non parlo e a malapena mangio”
La madre sostiene la causa della richiesta della grazia per il figlio:
“È in un momento down. È stata rifiutata un’istanza che hanno fatto gli avvocati per una possibilità di affidamento. Tutto questo lo ha fatto cadere in una grave depressione. Fabrizio è stato colui che ha pagato per l’intero sistema del berlusconismo. Sicuramente su di lui sono stati dati giudizi morali che sono stati confusi con quella che è stata la pena, assolutamente ingiusta rispetto alle cose che ha fatto. La sinistra sicuramente non ha parlato di lui, perché lui rappresenta questo. La destra non l’ha difeso, perché lui non è uno che appartiene alla Casta. Sono schifata”
Con la voce rotta, la donna continua leggendo altri stralci della lettera dell’ex re dei paparazzi scritta dal carcere di massima sicurezza in cui si trova:
“Che cosa mi hanno fatto? Cosa sono riusciti a farmi? Non è giusto, è allucinante, è incredibile, è schifoso. Sono quasi due settimane che non esco più dalla cella, che non dormo più, che non vado più all’aria, che non partecipo più a nessuna attività, che non parlo più con nessuno. A malapena mangio, ho lo sguardo fisso e perso nel vuoto. Ho fatto da incensurato 107 giorni di carcere preventivo in regime di massima sicurezza. Quell’incarcerazione mi ha rovinato la vita. Non sono uno stinco di santo, è vero, mi sono preso le mie responsabilità, mi sono fatto la galera. […] “Soltanto una settimana fa mi hanno aumentato la pena in appello da 3 anni e 4 mesi a 5 anni, e condannato con un’aggravante che si dà ai criminali pericolosi. […] La vita è una sola e non si può morire marcire dentro una cella costretto a non fare nulla solo perché sei antipatico o hai pestato i piedi a qualcuno troppo potente. Non mi possono anche vietare di rieducarmi. Non è giusto. E io ora dico basta. Voglio giustizia e sono pronto a sacrificare tutto. Anche la mia vita”.
L’argomento è stato trattato da La7 con imparzialità e senza quella vena gossip che potrebbe attraversare invece l’argomento, senza cadere in un facile moralismo o altri luoghi comuni.
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