Il video Happy degli iraniani: rilasciati dopo l'arresto per offesa alla castità del pubblico

Come tanti nel mondo girano la loro versione del tormentone di Pharrell ma l'Iran non è un paese come tanti...

Gli "happy" ragazzi di Teheran
Gli "happy" ragazzi di Teheran

Una cosa mi colpisce subito di questo video parodia di Happy di Pharrell Williams, girata dai sei ragazzi iraniani, da giorni al centro dell’opinione pubblica dopo il loro arresto per la pubblicazione del video. A differenza delle innumerevoli versioni di Happy caricate online finora, qui i ragazzi ballano e cantano all’interno di una casa, in un cortile e quello che sembra il tetto di un palazzo, ben riparato da alte mura circostanti. Niente strade, piazze, bar, locali pubblici, nessuna esplosione di felicità sotto gli occhi dei propri concittadini ma una contenuta detonazione in ambienti protetti, al riparo dagli occhi di molti. Il fatto risale a qualche settimana fa, i sei paladini della libertà di espressione, tre uomini e tre donne (senza velo) sono stati rintracciati dalla polizia ed arrestati con l’accusa di “Aver colpito la castità del pubblico” ed abbracciato usi e costumi filo-occidentali. È nata un’intensa campagna di denuncia sui social, Twitter soprattutto, dove l’hashtag #freehappyiranians invocava la libertà per i ragazzi. La polizia avrebbe finalmente rilasciato i sei ragazzi, non prima di averli fatti fare pubblica ammenda per il reato commesso.
Il caso di Happy è l’ennesimo caso di libertà d’espressione censurata in un paese dove se il presidente Hassan Rouhani cerca un’apertura verso la moderazione, il regime degli Ayatollah pone limiti.
Dalla pagina Facebook Steathly Freedoms of Iranian women al video di Happy, gli iraniani e le iraniane cercano la propria libertà, anche online. Peccato che spesso non riescano ad ottenerla, nemmeno lì.