Scrivi che ti fa bene

Autodiagnosi creativa di una depressione da uso eccessivo di web

Soffro “di che”?

Si dice: “scrivi“, “scrivi che ti fa bene!”. Si dice: “scrivi che è terapeutico, ti serve; ti fa tirare fuori tante cose”.
-ma io non ho voglia di scrivere, oggi…manco ieri, in realtà; e domani, bhè, domani è un altro giorno-; (o meglio, non è vero che non ho voglia.
No.
Non è proprio così.
Mi vengono tanti pensieri, spot, in testa; ma spot, spot.
Mi basta un aggiornamento di stato o una odiata twitterata per scriverli…tutti i luoghi comuni della società mordi-e-fuggi, da fila al semaforo/supermercato/raccordo/distributore automatico).

Allora, poi si dice: “no, ma il problema è che tu sei depressa dal troppo uso del web; soffri -di- depressione da c o m p u t e r e !”.
-soffro di che?-

Wiki e la definizione di depressione

Se arrivo su, fino alla barra di navigazione, nel riquadro in alto a destra del browser e scrivo d e p r e s s i o n e , la spiegazione che appare – molto schematizzata – è la seguente (sempre da Wikipedia):
La depressione è una patologia dell’umore, tecnicamente un disturbo dell’umore caratterizzata da un insieme di sintomi cognitivi, comportamentali, somatici ed affettivi che, nel loro insieme, sono in grado di diminuire in maniera da lieve a grave il tono dell’umore, compromettendo il “funzionamento” di una persona, nonché le sue abilità ad adattarsi alla vita sociale“.
La depressione non è quindi, come spesso ritenuto, un semplice abbassamento dell’umore, ma un insieme di sintomi più o meno complessi che alterano anche in maniera consistente il modo in cui una persona ragiona, pensa e raffigura se stessa, gli altri e il mondo esterno e il mondo parallelo (quindi pure quello multimediale/digitale).

La depressione talvolta è associata ad ideazioni di tipo suicida (una settimana senza i-phone!) o autolesionista (mi cancello da Fb per sempre!), e quasi sempre si accompagna a deficit dell’attenzione e della concentrazione (mhm-mhm-mhm…dicevi?), insonnia (cavolo ho fatto quasi le 3 stanotte su ffffound!), disturbi alimentari (coke gelata e rutto libero!), estrema ed immotivata prostrazione fisica (no-comment!)”.

—>Bene. Ragioniamo.

Mi prendo la liceità di analizzare i termini, che ho sottolineato sopra, e declinare, nella mia vita/ottica, il concetto/accusa/diagnosi-altrui che pare aleggiare, da qualche tempo, nella mia esistenza, tra chattate di amiche/conoscenti, aggiornamenti di stato in tempo reale, twitterate colte al volo mentre sono in fila alla cassa…

Dunque, ordunque, quantunque: Patologia dell’umore…metterei alla prova chiunque dovesse vivere con le sue sole forze economiche, in una città che non ti offre assolutamente nulla, dove ti sei aperta una tua meravigliosa e minuta galleria d’arte contemporanea (o angoletto ricreativo per fancazzisti multimediali – dipende dai punti di vista) che non puoi tenere aperta perchè devi lavorare con consulenze/fatture/spese/fortettoni presso i clienti per raggiungere il mantenimento mensile, a non soffrire di un “moderato giramento di palle” da asfissia economica sotto padrone…

Pertanto, arrancando come multimedia-surfer o (s)content manager, che dir si voglia, con rigurgito esofageo, per il traguardo economico di fine-mese, negandomi vacanze/vacanzette/week-end/massaggini riposanti (ma anche disincantanti perchè se poi te li permetti un mese, devi poi negarteli per i 3 o 4 mesi successivi)/angoli di paradiso marittimo/l’ultima Canon da paura pura, la stampante stra-figa per maglie che si sogna da un decennio, metterei alla prova chiunque inerentemente al disturbo dell’umore
più che “disturbare”, avrei una latente voglia di guerra civile da generazione – oramai – andata…

E 2 su 12, pare che ce li abbia…

Bubble-Bubble

Andiamo avanti: sintomi cognitivi/comportamentali/somatici/affettivi…
Il processo cognitivo è la sequenza dei singoli eventi necessari alla formazione di un qualsiasi contenuto di conoscenza…per farla semplice, “mi rendo conto che non c’arrivo a fine mese, non c’ho un euro da parte, non vado in vacanza da mesi e mesi, non c’ho un contratto di lavoro, arrivo alla sera che non mi ricordo come mi chiamo, non c’ho mai modo de fa una rimpatriata de amichie, una scampagnata fuori-porta…”. Beh, se permettete inizio a “sformare” pensando che più lavoro e meno mi viene riconosciuto…3 su 12, e si procede!

Comportamentalmente già intaccata da quanto sopra, se poi, di prima mattina, magari dopo aver giocato a Bubble-Bubble fino alle 3, entri in azienda e trovi un zelantissimo lecchino collega, tuo pari, che ti fa le pulci sul tuo lavoro, davanti al tuo capo, e con occhi da “libidine da scoperta”, guarda il tuo capo, come a dire, “Sentito? Te l’avevo detto!”, quasi a volerti stanare, nel non aver fatto nulla, anzi, negando il troppo che fai di cuore, d’animo, di passione e di mente…allora, se gli entri a gamba tesa su una caviglia sopra all’imitazione delle Church’s, all’altezza del calzino bianco, non fai un soldo di danno: quaterna!

Dopo cotanta scenetta di giornata, a sera, si arriva finalmente a casa.
Home sweet Home
…dove trovi il tuo vicino, ex burocraticissimo mentale funzionario statale – in pensione – dribblato accuratamente negli ultimi 4 mesi con ingresso dal cancelletto posteriore, che ti becca proprio quel giorno, evidenziandoti che: “dovresti far attenzione alle briciole sopra al tettino della sua macchina (scusi, ma se lei non parcheggiasse davanti al mio garage, le briciole non ce le troverebbe); che vorrebbe conoscere le tipologie delle mie piante grasse e succulente perchè cadono le foglie dal mio terrazzo così lui impara a riconoscerle lungo il lastricato del giardino (un simpaticone…); che devo stare attenta quando annaffio perchè la pittura esterna nuova viene profondamente segnata dall’acqua (scusi, e quando piove?)…cinquina!(in quell’attimo ho sognato il mitico teletrasporto (The Man without a body 1877).

Dopo corna, tradimenti, amoreggiamenti, email scoperte e sms scovati, fidanzate altrui di fb, passiamo direttamente alla votazione: 6 su 12, e non se ne parli più!

Entrata a casa alle 21; 3 buste della spesa, borsa del Mac, borsa personale, borsa e grembiule della mia creatura, cena da preparare, bagnetto da fare, oltre un metro di capelli della prole da districare/asciugare/pettinare, borsa e colazione per l’indomani da preparare, punto della situazione da fare, bollette da “revisionare”, peli sulle gambe degni della moglie dello Yedi e sopracciglia altrettando degne della figlia di Peo Pericoli: voto assolutamente il “funzionamento” – di una persona – compromesso! (7 su 12).

Ore 11pm

Ore 11, “stravacco” finale sul divano, suona il telefono e vedi il nome dell’amica single prolississima che vive con canetto/fidanzato e le sue mete usuali di vacanza sono Lourdes, Medjugorie, Santuario di Loreto, visita alla tomba di Padre Pio, ogni 22 Maggio non c’è Santa Rita che tiene…ari-ari-beh mi auto-accuso, nel momento che decido di non risponderle ho una spiccatissima abilità ad adattarmi alla vita sociale pari a zero! (8 su 12)…

Prediligendo l’uso esclusivo, nella mia vita alimentare, di pizza-sakedon-acqua naturale temperatura ambiente, vado immediatamente alla casella 9 su 12: disturbi alimentari (basta che non mi disturbate mentre mangio!).

Mi auto-analizzo spesso, ritengo che da qualche anno mi è successo un pò di tutto e faccio una vita di “mer**”; vivo in una nazione che non ha futuro e, quasi ogni giorno, mi trovo a trattare con dei veri “banditi”… (ragiona, pensa e raffigura se stessa, gli altri e il mondo esterno), scrivo 10 su 12, e tanti saluti!

Se poi, la mattina successiva, mi sveglio con un fottutissimo mal di testa da cervicale computerizzata e – cosa usuale – mi trovo a dover affrontare circa 45 ticket lavorativi da risolvere, preparare la bambina per la scuola, cercare uno spazietto per nuotare, rispondere per l’azienda a stuole di fornitori che “battono cassa” sul mio cellulare/call-center, trovare un motivo dentro di me per arrivare, senza uccidere nessuno, a fine giornata, allora (ben-ben-ben), riassumo qui il punto del deficit dell’attenzione (cosa mi importa, facessero come cavolo gli pare!), della concentrazione (fate un po’ come cavolo vi pare, basta che mi lasciate stare!) e dell’altrui-lesionismo (se non mi ti togli davanti con quei fogli e non usi le email, ti ammazzo!)…13 su 12…(sono andata fuori con l’accuso!).

Psicoterapia di sostegno

…Come psicoterapia di sostegno, avrei scelto un aitante trentenne Yep, cultura web medio-alta, conoscenza di almeno 3 lingue straniere, senza “pancia“, capello lungo, spiccata propensione ai viaggi e amante della Cina, grande lettore (tollerabilissimo anche via I-Pad), ottima conoscenza dell’arte contemporanea e della tecnologia last-generation, preferibilmente portato verso la cura delle “40enni afflitte da default cellulitico always on”…