Bambina umiliata perché non aveva soldi nel fondo mensa
Le hanno fatto fare la camminata della vergogna: "tutti mi indicavano e ridevano"
C’è chi lo sottovaluta, ma il bullismo è diventato un grande problema all’interno delle scuole. Non è la prima volta che si verifica un episodio del genere, è accaduto anche qui, precisamente a Verona, dove una bambina è stata umiliata a pranzo, davanti a tutti i compagni, perché i suoi genitori non avevano pagato i buoni pasto ed è stata costretta a mangiare tonno e cracker.
Questo non comporta soltanto un danno psicologico al bambino, che non ha colpe, ma porta al bullismo, poiché i compagni, da lì, iniziano a prenderlo in giro e ad escluderlo.
L’ultimo episodio si è verificato in una scuola elementare estera, la South West Elementary School, dive una bambina di nome Anya Howard, insieme ad un suo compagno, è stata umiliata e presa in giro dai suoi compagni di classe.
La politica della scuola prevede di avvertire i genitori quando il conto della mensa, scende sotto i 5 dollari. Quel giorno, però, Anya aveva soltanto due dollari sul suo personale fondo mensa e, poiché non poteva coprire il pasto giornaliero, è stata costretta a restituire il vassoio con il pasto caldo e ad allontanarsi dalla sala pranzo. E’ stata poi costretta a mangiare un panino con il burro d’arachidi.
“Tutti mi guardavano e ridevano di me. Hanno visto ciò che era successo a me e l’altro bambino. Commentavano, ci indicavano e ridevano”.
Dopo aver scoperto ciò che era accaduto, il nonno di Anya, ex insegnante, ha deciso di intervenire e di diffondere la storia, affinché la politica della mensa venisse cambiata.
“Nessuno ci ha avvisati che il fondo mensa stesse per terminare. Lo abbiamo sempre pagato e nonostante ciò, hanno negato il cibo a mia nipote. L’hanno umiliata, invece di chiamarci. Le hanno fatto fare una passeggiata della vergogna, fuori dall’aula pranzo”.
La scuola è rimasta rigida al riguardo: “se non ci sono abbastanza soldi nel conto del bambino per coprire l’intero pasto, riceveranno un panino con burro d’arachidi e un po’ di latte”. Il preside e il dipendente della caffetteria coinvolti, non hanno commentato pubblicamente il reclamo della famiglia.