Come risparmiare sul costo della bolletta dell’energia

Quando troviamo quella busta nella cassetta delle lettere, corre sempre il brivido lungo la schiena. Si riconosce il logo, si sente che ci sono molti fogli e si sa che il conto da pagare non sarà sicuramente dolce. È la bolletta della luce che viene a bussare alla porta e ci chiede quanto dovuto per il servizio di cui si è goduto e usufruito fino a quel momento. Per evitare spiacevoli sorprese, è sempre bene dare un occhio in giro per le varie proposte fatte dai diversi fornitori di servizi presenti sul mercato.
Le offerte Enel energia, per esempio, hanno adeguato il loro rapporto rispetto alla concorrenza e si trovano molte tariffe anche piuttosto convenienti.

Convenienza che resta tale per quei consumatori che conoscono bene le loro esigenze di consumo. Grazie anche alla sua capillare presenza internazionale, opera in oltre 30 paesi in 4 continenti diversi, è in grado di garantire fasce di prezzo che difficilmente altri attori del mercato energetico possono proporre. Ovviamente il tutto secondo le direttive imposte dall’autority che regolamenta il mercato libero energetico dell’Italia, ARERA – Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, nota ai più come ex AEEG – Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (la denominazione dell’autority è stata cambiata proprio nel 2018).

È un ente molto importante per i consumatori, soprattutto per lo sportello dedicato ai consumatori che fornisce assistenza ai cittadini in merito alle regole del mercato libero, un aiuto davvero utile in quanto offre anche le risoluzioni per le controversie che si possono creare tra cittadini e fornitori.

Quali sono le voci da tenere in conto in bolletta?

Quando si ha a che fare con la bolletta dell’energia elettrica, ci sono diverse voci che vanno calcolate e che influiscono sul prezzo finale da dover corrispondere al fornitore del servizio. Oltre infatti alla spesa direttamente collegata ai chilowattora, bisogna considerare anche i costi di gestione del contatore, quelli per i servizi di rete, oltre alle accise e all’aggiunta dell’IVA sull’imponibile.
Costi che sono tutt’altro che irrisori, basti considerare che incidono sul prezzo indicato sulla bolletta con una percentuale compresa tra il 50 e il 60%. Solitamente i contratti sanciti con i fornitori di energia elettrica sono di 12 o al massimo di 24 mesi.

Alla scadenza di questi termini, con un tempo superiore ai 2 mesi di tempo, il fornitore comunica come cambierà la tariffa applicata, informando il consumatore sul costo che sarà applicato ai kWh dopo il termine del contratto.
Se il cliente sceglie di restare con lo stesso fornitore, farà semplicemente rinnovare il contratto. In caso contrario, invece, la disdetta va comunicata con almeno 60 giorni di anticipo e si può decidere così di fare un cambio di fornitore e passare a un’offerta più vantaggiosa economicamente. La recessione dal contratto, grazie alla liberalizzazione del mercato, non prevede il pagamento di penali e i consumatori possono scegliere in tutta libertà quali operatori nel mercato offrono il miglior rapporto qualità/prezzo.

Un piccolo suggerimento per risparmiare prima di chiudere, per pagare meno non solo bisogna trovare la tariffa più conveniente ma anche quella che meglio si addice ai precisi consumi di ogni famiglia.