Giovane padre picchia selvaggiamente la figlia procurandogli danni permanenti. Dopo due anni arriva la condanna, ma non quella che si sperava.

Vi raccontiamo il dramma di una ragazzina di due anni, che nel 2015, quando aveva solo pochi mesi di vita, fu malmenata da suo padre in modo talmente selvaggio che ha procurato alla bambina danni permanenti. Oggi la piccola di due anni, non può camminare, parlare e cibarsi da sola. Soffre di attacchi epilettici e ha la vista compromessa

Il padre, all’epoca dei fatti, era talmente irritato dal pianto della bambina, che decise di “punirla” picchiandola con violenza, procurandole fratture al cranio, alle costole e all’osso del collo, oltre che ferite e lividi ovunque. E’successo a Tipton in Gran Bretagna, e solo oggi l’uomo, che nel frattempo era a processo, è stato condannato a 14 anni di reclusione.

Tutto è cominciato nel Febbraio di due anni fa. L’uomo di 27 anni, chiese l’intervento di una  ambulanza, perchè sua figlia di poche settimane, era in stato d’incoscienza e faticava a respirare. All’inizio l’uomo provò a giustificarsi, dicendo di aver ferito la piccola facendole cadere accidentalmente, il telecomando della tv addosso.

La versione non convinse nessuno, grazie anche alle radiografie effettuate sulla bimba, che mostravano i danni riportati, molti dei quali, risalenti a qualche settimana prima. La piccola trascorse sei giorni in terapia intensiva, per poi essere trasferita in un reparto specialistico.

Il  risultato è che la crescita, e la sua intera esistenza sono compromesse. Secondo i medici dovrà trascorrere, con molta probabilità, la sua vita sulla sedia a rotelle. L’uomo è stato condannato, ma anche la madre dovrà scontare tre anni di carcere, per aver permesso che tutto ciò accadesse.

“È un caso terribilmente triste. Quella bambina era nata perfettamente sana e avrebbe avuto tutta una vita davanti a lei, invece questa violenza le ha lasciato traumi per tutta la sua esistenza, molti dei quali non potranno mai essere guariti. Questa storia deve ricordarci che quando vediamo qualcosa di sospetto dobbiamo segnalarlo alle autorità”.

Queste la parole di Kim Savage, il detective dell’unità della protezione pubblica.