I genitori volevano che abortisse, ma lei rifiutò e fu rinchiusa in un manicomio. Ora, 44 anni dopo, ha ottenuto finalmente la sua rivincita
La società odierna cambia a ritmi allucinanti, ma non molto tempo fa, le cose erano molto diverse. Oggi vogliamo parlarvi della storia di Julie Mannix, una storia incredibile che forse, oggi non sarebbe successa. Nel 1963, Julie conobbe ed incontrò il suo primo fidanzato. Si innamorò di lui alla follia e ben presto rimase incinta.
Dopo un accurata visita dal ginecologo di famiglia, la madre della ragazza scopre che la figlia era incinta. Ma a quell’epoca l’aborto era vietato. Julie aveva 19 anni all’epoca dei fatti. Allora si poteva abortire solo se la gravidanza era un pericolo per la vita della madre o, al limite, se quest’ultima soffrisse di problemi mentali. La giovane non era sposata, e le pressioni sociali erano enormi e i suoi genitori non vedevano altra alternativa, all’infuori dell’aborto. Nel frattempo Julie, scopre che il suo ragazzo in realtà, era un uomo già sposato e il mondo intero le crollò addosso. Nonostante il suo cuore era in frantumi e l’insistenza dei genitori, Julie decise comunque di tenere il bambino. Fu ammessa in un ospedale psichiatrico, in cui avrebbe potuto abortire legalmente, ma si rifiutò di firmare i documenti. tuttavia, venne costretta a restare nella clinica e con il passare del tempo, cominciò a credere che fosse davvero pazza.
Qualche mese dopo diede alla luce la piccola Aimee Veronica. Subito dopo la nascita, fu costretta a firmare le carte per l’adozione. Certo, avrebbe dovuto lasciare sua figlia, ma almeno era viva. Pensava alla bambina in continuazione ed alla fine cadde in depressione.
Continuava a chiedersi quale aspetto avesse la figlia e cominciò a cercarla. Purtroppo non poteva accedere ai documenti che la riguardavano e poteva solo sperare che stesse bene. In seguito decise di diventare attrice e si trasferì a New York, dove incontrò il suo primo amore, Frank che aveva divorziato mentre Julie si trovava nell’ospedale psichiatrico.
Molto presto si sposarono ed ebbero due bambini, ma nonostante ciò, Julie non riusciva a non pensare alla piccola Aimee. Aimee era stata adottata, i suoi nuovi genitori l’avevano chiamata Kathleen Marie Wisler. Purtroppo, la madre adottiva morì quando la bambina aveva solo 6 anni e qualche anno dopo scoprì le sue vere origini.
Quando divenne adulta, fece di tutto per conoscere i suoi genitori biologici. Tutto quello che scoprì, rimandava alla nota attrice Julie Mannix. Per due settimane, provò a scriverle una lettera, ma non sapeva se spedirla o meno. Alla fine prese coraggio e gliela spedì.
Presto, ricevette una chiamata: era sua mamma. “Non pensavo che un giorno mi sarei risentita di nuovo figlia. Ora ho due genitori forti e premurosi che si preoccupano quando i miei figli stanno male, e che mi chiamano spesso senza alcuna ragione in particolare”.