“Non ci sarà un solo giorno in cui non mi incolperò per quello che ho fatto a mio figlio”

C’è una data che la famiglia Sullivan non dimenticherà mai, il 4 luglio 2017. Un giorno orribile in cui quel giorno d’estate è diventato un cupo inverno e il loro bellissimo giardino, un mare di sangue. Sean Sullivan, il papà, stava, come suo solito, falciando il prato, con il suo tosaerba motorizzato.

Son, il suo amato bambino di tre anni, era seduto sulle sue ginocchia. Amava farlo, amava guardare suo papà tagliare l’erba e farlo con lui. I più bei ricordi con suo figlio, Sean li aveva proprio su quel tosaerba. Ma nessuno avrebbe mai immaginato che quel giorno sarebbe stato diverso. Melissa, la mamma, era lì che li guardava innamorata… Sen aveva sete, così è corso in casa, ha bevuto la sua acqua ed è tornato di corsa fuori in giardino, mentre sua mamma accudiva la sorellina più piccola e si era distratta. Da quel momento è accaduto tutto velocemente… Prima che Sean potesse rendersene conto, il bambino si trovava sul sentiero del tosaerba… “mi ero voltato un secondo”, ha raccontato nella disperazione. “Mi sono voltato ed era davanti a me, non ho avuto il tempo, tutto è diventato un incubo. Un batter d’occhio. Non riesco nemmeno a ricordare come lo abbiamo tolto da lì sotto. Lo tenevo tra le braccia, sapendo che poteva morire da un momento all’altro. Lo abbiamo portato subito al pronto soccorso. Quegli angeli in camice bianco, ce l’hanno messa tutta. Il mio bambino è stato portato d’urgenza in sala operatoria, poi è stato trasferito all’ospedale pediatrico di Richmond. Qui è stato sottoposto ad altri interventi e gli hanno amputato il piede destro.

Vedevo il mio guerriero soffrire su quel letto ed io ero impotente. E’ colpa mia e non ci sarà un solo giorno in cui non lo penserò. Come potrò essere di nuovo felice dopo quello che gli ho fatto?

Raccontandovelo, non voglio farvi pena, ne tanto meno voglio sentirvi dire che non è colpa mia. 

Se vi ho raccontato questa orribile parte della mia vita, è perché voglio che il prossimo di voi che si siederà su un tosaerba, pensi a me e stia attento.

So che non è la prima volta che un bambini finisce sotto questi cosi o sotto trattori e falciatrici.

I bambini purtroppo non capiscono il senso del pericolo e in un solo secondo possiamo rovinare la loro vita.

Mio figlio non è morto, ma la sua vita non è più la stessa. Vi prego, state attenti.”