Sigaretta senza fumo, meno tossica ma non innocua

Sigaretta "senza fumo", fa davvero meno danni? È meno tossica, ma non innocua. Ecco alcune cose da sapere.

Sigaretta “senza fumo”, fa davvero meno danni? È meno tossica, ma non innocua. Ecco alcune cose da sapere.

Aumenta sempre più il consumo delle “sigarette senza fumo“, secondo una statistica, in Italia sono quasi 500mila i consumatori di questo tipo di sigarette e continua sempre più a crescere. Questi sono dei nuovi dispositivi in commercio e sono un prodotto del tabacco di nuova generazione. L’esperto pneumologo responsabile della Pneumologia e del Centro antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Roberto Boffi, ha spiegato: “Nell’ultimo decennio la crescente popolarità delle sigarette elettroniche ha spinto le multinazionali del tabacco a trovare alternative da proporre ai fumatori“.

Questi nuovi prodotti sono stati immessi sul mercato nel 2014 e sono chiamati “heated tobacco products“. In pratica sono dei dispositivi elettronici che scaldano il tabacco contenuto in dei piccoli filtri ma senza bruciarlo, infatti anziché 800 gradi, si raggiungono solo 300.

Sono diverse dalle sigarette elettroniche perché non producono vapore ma del fumo diverso da quello delle classiche sigarette, viene definito “freddo” e per causato motivo le definiscono “senza fumo”. In queste sigarette è ancora presente la nicotina, un alcaloide che provoca dipendenza sia fisica che psicologica e sappiamo quali rischi comporta (tachicardia, pressione arteriosa, ecc). L’esperto ha spiegato: “La presenza di sostanze quali il black carbon, un particolato carbonioso in grado di veicolare all’interno dell’organismo sostanze tossiche, e la formaldeide, un cancerogeno di gruppo 1, non può definire tali prodotti privi di fattori di rischio oncologico“.

Per la propaganda viene definita come “la sigaretta che non fa male“, ma gli esperti ci tengono ad evidenziare che “non c’è alcuna prova indipendente che evidenzi una riduzione del danno rispetto alle sigarette tradizionali”. Roberto Boffi ha dichiarato: “Negli esperimenti realizzati nel corso delle ultime settimane è stata rilevata la presenza di black carbon, non rilasciato dalle sigarette elettroniche, nelle polveri sottili emesse dalle iQOS, anche se in concentrazioni del 10-15% rispetto alle sigarette normali. Il black carbon è indice di presenza nel PM2,5 di idrocarburi policiclici aromatici. Abbiamo rilevato anche una significativa presenza di aldeidi, tra cui la formaldeide che recentemente l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha inserito nella lista delle sostanze cancerogene per l’uomo (causa di diversi tumori del rino faringe)“. Per questo motivo, è importante  mantenere il divieto di fumo nei locali anche per l’iQOS.