Stelle cadenti 2019, le prime tra il 3 e il 4 gennaio

Le prime stelle cadenti del 2019 le potremo ammirare nella notte tra il 3 e il 4 gennaio.

Stelle cadenti 2019, quando si potranno già ammirare i primi spettacoli nei cieli notturni delle nostre città in questo nuovo anno? Tranquilli, non dovremo per forza aspettare la notte di San Lorenzo, perché già a partire dal mese di gennaio 2019 ci sarà modo di esprimere tanti desideri semplicemente rimanendo in trepidante attesa con il naso all’insù.

Stelle cadenti

Il primo grande spettacolo astronomico del 2019 è nei primissimi giorni del mese di gennaio 2019. La notte tra il 3 e il gennaio 2019, infatti, le Quadrantidi regaleranno emozioni con un picco massimo proprio in questa notte. Si prevede una “caduta” eccezionale, con una frequenza di 100 meteore all’ora.

Chiamate anche Bootidi, perché paiono irradiarsi in una zona posta a circa una decina di gradi a Nord della costellazione del Boote, si potranno ammirare condizioni del cielo permettendo.

Paolo Volpini dell’Unione astrofili italiani (Uai) ci dà rassicurazioni sul meteo, che spesso mette i bastoni tra le ruote a chi ama ammirare le stelle che cadono dal cielo: “Il meteo dovrebbe essere buono, la Luna non dovrebbe disturbare e il picco è atteso proprio durante la notte“.

Stelle cadenti dicembre 2018

Paolo Volpini, poi, aggiunge: “Le condizioni meteo sembrano abbastanza buone e la Luna non dovrebbe dare disturbo“. Lo sciame sarà decisamente generoso, come sottolineato da Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope Project: “si tratta di uno sciame generoso di meteore, con una frequenza che va da 50 a 100 l’ora. A differenza di altri sciami, attivi per diversi giorni, quello delle Quadrantidi ha una durata molto ristretta nel tempo“.

Oltre allo spettacolo delle meteore si potrà godere, guardando il cielo a Oriente nelle stesse ore del picco, di un bell’allineamento dei pianeti e la falce di Luna calante, che il primo dell’anno ha incontrato Venere e che ora si sta accostando a Giove; poi sarà il turno di Mercurio“, continua Paolo Volpini.