Storie di animali disabili che fanno impazzire d’amore il web

Con progetti per aiutare altri animali sfortunati

 

Il filosofo Schopenhauer scriveva “Non pietà ma giustizia è dovuta agli animali”.
Credo che la pietà, intesa come compassione, come sentimento di pena che si prova nei confronti di un essere vivente che soffre, ponga una certa distanza tra chi sta male e chi, dall’altro lato del suo star bene, guarda con dispiacere alle altrui difficoltà. È un sentimento nobile, ma non vuol dire necessariamente che io senta la tua sofferenza come qualcosa di innaturale, di profondamente ingiusto.
La giustizia invece, a mio parere, livella tutti sullo stesso piano: di fronte al dolore siamo tutti uguali perché tutti abbiamo diritto a una vita senza sofferenza, a essere trattati in modo equo e dignitoso. Riconosce oggettivamente il rispetto dei diritti di tutti, senza implicazioni sentimentali.

Tutto poi si complica quando aggiungiamo il fattore disabilità, che automaticamente ci porta a dire con un misto di pena e rabbia “Poverino! Quanta ingiustizia!

Non credo sia la diversità a essere ingiusta, ingiusto è il modo che abbiamo di trattarla, basandolo sulla pietà.

Ho scelto di raccontarvi due storie di chi attraverso il web vuole presentare la disabilità degli animali in modo diverso, attraverso l’ironia e il sorriso, che si rivelano le armi più efficaci per abbattere i muri del pregiudizio e del sentimentalismo, regalandoci storie di felicità, amore e amicizia sincera e spesso a lieto fine!

La storia di Quasi

Un giorno di qualche anno fa, Fabiana, una terapista per bambini di Roma, viene a conoscenza di una cagnetta abbandonata con una grave malformazione genetica che le dà un aspetto insolito, con le zampette davanti più corte, il collo immobilizzato e soprattutto la gobba! Fabiana decide di prenderla con sé, sottraendola ai maltrattamenti della gente del posto, avendo già in casa altri cani, tra cui Mongo, un dolcissimo bouledogue affetto da idrocefalo.

La cagnolina viene chiamata con affettuosa ironia Quasi, da Quasimodo, il gobbo di Notre Dame, ma anche perché tutti guardando le sue forme particolari le dicevano sempre “Sembra quasi un…”.

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La dolcissima Quasi

Per raccogliere i fondi necessari a sottoporre Quasi a un intervento ortopedico urgente, Fabiana organizza una vendita online di magliette e spille che ha molto successo, da qui l’idea è stata: se ha funzionato per lei potrebbe funzionare anche per altri  animali con disabilità! Ed è così che nasce l’associazione Progetto Quasi!

Il progetto

Progetto Quasi aiuta i cani disabili, malati e anziani a trovare casa. I volontari dell’associazione li prelevano da canili o situazioni a rischio, li curano, li rimettono in sesto e li ospitano in attesa di adozione. Grazie alle donazioni e ai proventi di aste on line, pizzate con i cani e altri eventi, Fabiana e i suoi collaboratori possono occuparsi degli ospiti a quattro zampe sia da un punto di vista medico che comportamentale, riabituandoli se necessario al contatto con le persone e altri animali, per renderne più facile l’adozione.

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Sedano, felicemente adottato

La particolarità del progetto però è nel suo approccio non convenzionale al tema della disabilità e sofferenza animale, lontano appunto da pietismi e stereotipi, per concentrarsi sull’ironia e la leggerezza. Ai canetti presi in stallo vengono dati nomi irriverenti, basati sulle loro caratteristiche più evidenti, che lungi dall’essere percepite come un limite, ne diventano il tratto distintivo e ironico. Ecco allora che cani vecchietti ormai un po’ rimbambiti vengono chiamati Dolmen, o Sasso per le loro turbinanti azioni quotidiane: continue nanne in cuccia.

O ancora Girella-Motta, la cagnolina con una malformazione cerebrale che la fa girare continuamente su se stessa. E la barboncina millenaria Rita-Levi Barboncin Ogni cagnolino ha il suo appello carico di humor, ma anche poesia, perché a loro, fondamentalmente non gliene importa un fico secco di come li chiamiamo, l’importante è che vengano trattati con giustizia. Finalmente.

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Dolmen

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Da sinistra: Leopardi, Marta, Fast&Furious, Il Vetusto

La Casa Famiglia

Per stallare i cani in attesa di adozione nel 2011 nasce la Casa Famiglia di Progetto Quasi: una bella collaborazione con una mamma single di un bambino disabile, che ha messo a disposizione la sua grande casa con giardino per ospitare i cani, in cambio di un rimborso per la loro cura. Con 10 euro al mese chiunque può contribuire a mantenere una famiglia speciale e aiutare le operazioni dell’associazione.

Nel tempo poi sono nate altre bellissime collaborazioni con una casa per anziani che ospita anche animali da compagnia (leggete l’emozionante incontro tra l’anziano signor Umberto e il cagnolino Abramino) e Casa Francesca di progetto Quasi per lo stallo di gatti malati terminali.

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Vita prima e dopo l’adozione

Mangiare biscotto!

L’associazione è sempre più conosciuta, anche per le numerose adozioni andate a buon fine, contro ogni pronostico, a testimonianza che quelli che spesso percepiamo come limiti possono invece trasformarsi in punti di forza o essere semplicemente una condizione. Null’altro. Basta cambiare il punto di vista e tutto diventa semplice come mangiare un biscotto! Non sapete di cosa sto parlando? Scopritelo nei video e contributi che artisti come Stefano Benni, Paolo Belli, ZeroCalcare, Max Pisu e tanti altri stanno postando con l’ashtag #mangiarebiscotto!

Lil Bub from USA

Lil Bub è una dolcissima gattina che vive in Indiana, negli Stati Uniti. Bub è nata con una moltitudine di anomalie genetiche che la rendono per sempre cucciola: piccola di dimensioni e con comportamenti infantili. E’ anche affetta da nanismo, i suoi arti sono quindi sproporzionati rispetto al resto del corpo, rendendo più difficili i movimenti. Tra i segni distintivi c’è il polidattilismo (ha per ogni zampa un dito in più ) e i suoi enormi occhioni verdi, tondi e un po’ sporgenti, che le regalano un musetto inconfondibile!

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Lil Bub

Qui potrete trovare tutta la sua storia. Detto questo Lil Bub sta alla grande!
Bub è un gatto amatissimo, felicemente adottato ed è diventata nel tempo un riferimento per tanti gatti e non solo che sono  considerati “diversi” ma che in realtà sono solo un po’ più speciali di altri.
I suoi adottanti hanno messo a punto molte iniziative per raccogliere fondi destinati ad adozioni e cure di animali in difficoltà e finora hanno raccolto più di 300.000 dollari!

Bub ha imparato presto a lottare per diventare forte e autosufficiente, con tenacia e dolcezza e la sua storia ha fatto il giro del mondo dimostrando che vale sempre la pena provare a vivere una vita piena e felice.