Una storia che strazia il cuore

La protagonista di questa storia si chiama Victoria Arlen ed è nata insieme agli altri due suoi gemellini. Quando era una bambina aveva un’immensa passione per il ballo. Aveva tanta energia e praticava contemporaneamente più sport. Ma tutto cambiò all’età di undici anni, nell’anno duemilasedici.

Iniziò tutto con una banale influenza, che poi si trasformò in polmonite. Sveniva continuamente e dopo circa due settimane, si ritrovò paralizzata dalla vita in giù. Non riusciva più a controllare nemmeno le braccia, non riusciva a deglutire e a dire parole di senso compiuto. Era come se si stesse spegnendo piano piano, come se stesse scomparendo e fosse controllata da qualcun altro. Poi la luce si spense per sempre. Victoria fu costretta a vivere imprigionata nel suo corpo, per quattro lunghi anni. Era un vegetale e i medici non le diedero alcuna possibilità di ripresa. I suoi genitori si erano rassegnati, credevano di aver perso per sempre la loro bambina. Ma, nonostante ciò, continuavano a starle accanto e a parlarle, dandole coraggio, ogni giorno. Contro ogni previsione, dopo due anni di coma, Victoria si è svegliata, ma non riusciva a muoversi. Riusciva a capire ciò che le accadeva intorno, ma il suo corpo la teneva prigioniera e non le permetteva di reagire. Non poteva dire ciò che le stava accadendo, non poteva dire ciò che sentiva. Secondo i medici, era stata aggredita da una rara malattia che attacca il midollo spinale, portando un’infiammazione che non permette al cervello di fare il suo lavoro. Sarebbe rimasta così per tutta la sua vita.

I genitori decisero di non staccare la sua spina. Hanno creato, nella loro casa, una “stanza d’ospedale” per la loro bambina, con tutte le attrezzature necessarie per tenere in vita Victoria.

Tutta la sua famiglia, mamma papà e i suoi tre fratelli, i suoi due gemellini e il loro fratello maggiore, l’hanno sostenuta, le hanno parlato ogni giorno, raccontandole ciò che accadeva fuori, tenendola aggiornata su tutto e dandole coraggio.

Le ripetevano che lei era forte e doveva combattere. Le ripetevano che lei poteva farcela, ma nessuno di loro sapeva che Victoria poteva sentirli. Un giorno, nel 2009, la piccola riuscì ad avere un contatto con sua madre, riuscì a guardarla negli occhi. Da quel momento riprese man mano il controllo.

Prima le dita, le mani, le braccia. Dopo un anno, nel 2010, Victoria non era più un vegetale. Tornò a mangiare e a parlare, tornò a ragionare. L’unica cosa che non riusciva a fare, era muovere le sue gambe.

Purtroppo lì i danni erano permanenti e avrebbe vissuto per sempre su una sedia a rotelle. Quando i medici le dicevano che non avrebbe mai camminato, Victoria piangeva, il pensiero che non avrebbe più ballato, le spezzava il cuore. Tornò a scuola, su quella sedia, ma divenne il principale bersaglio dei bulli. Tornava ogni giorno a casa con le lacrime, pregando sua madre di non mandarla più a scuola. Un giorno, erano andati in piscina, lei se ne stava seduta sul bordo, ma uno dei suoi fratelli, la spinse in acqua. Quella spinta fu ciò di cui aveva bisogno. L’acqua e diede sicurezza e la fece sentire libera. Nonostante la sua disabilità, nuotava e si teneva a galla.

A 17 anni, Victoria ha fatto parte della squadra statunitense che partecipava ai Giochi olimpici paralimpici. Ha portato a casa tre medaglie d’argento e un oro nel freestyle da 100 metri.

Divenne famosa e tutti iniziarono a salutarla e rispettarla. Divenne l’ispirazioni di migliaia di persone. Nonostante la sua vita fosse migliorata, Victoria continuava a guardare quella sedia a rotelle e a piangere.

Nel 2013, decide di partire per San Diego, per partecipare ad un programma di riabilitazione, svolto a spingere le persone a tornare a camminare. Ogni medico, ogni specialista, rimase incredulo. Nel 2015, Victoria fece i suoi primi passi. Era sorretta dai suoi allenatori e fisioterapisti. Le sue gambe erano morte, ma lei si allenò ogni giorno, fino a raggiungere un obiettivo che per tutti era impossibile! Passò alle stampelle e 5 mesi dopo, Victoria tornò a camminare.

Un viaggio lungo una vita, ma una forza di volontà che l’ha portata a raggiungere il suo sogno.

Oggi Victoria è famosa in tutto il mondo, sia per la sua storia, sia perché è una campionessa sportiva e una fonte d’ispirazione.