Una svolta storica nella lotta al ‘male del secolo. E’italiana la ‘droga’ dei tumori che toglie energia alla malattia. Leggete.

L’Italiano Antonio Iavarone ha confermato di avere identificato e compreso il meccanismo che alimenta il motore dei tumori, e di sapere quale sia la “droga” che alimenta tutto il meccanismo. La scoperta è stata pubblicata su Nature dal gruppo di ricerca della Columbia University e alla quale hanno contribuito nel dettaglio

Anna Lasorella, Angelica Castano della Columbia, Stefano Pagnotta e Luciano Garofano e Luigi Cerulo, che lavorano fra la Columbia e l’Università del Sannio, Michele Ceccarelli dell’Istituto Biogem di Ariano Irpino, oltre a, ovviamente, Antonio Iavarone. La ricerca di Iavarone è iniziata nel 2012 e il ricercatore, riuscì a trovare i primi indizi dell’esistenza del meccanismo che porta i tumori a proliferare. In quel caso Iavarone,  identificò una proteina che nasceva dalla fusione dei geni di due proteine (FGFR e TACC) e agiva come una ‘droga’ sul tumore facendolo scatenare e alimentandolo. La proteina “droga” si chiama FGFR-TACC e la sua attività è stata osservata proprio in riferimento al tumore più aggressivo per il cervello: il glioblstoma. In merito alla scoperta il ricercatore Italiano dichiaro: “Da un punto di vista clinico, abbiamo identificato un obiettivo farmacologico per un tumore al cervello dagli esiti particolarmente infelici.

Dal punto di vista della ricerca di base, abbiamo trovato il primo esempio di una mutazione che avvia il tumore, poiché influisce direttamente sul modo in cui le cellule si dividono, causando instabilità cromosomica.

Questa scoperta ha implicazioni per la comprensione di glioblastoma, ma anche di altri tipi di tumori solidi”. Oggi però, a cinque anni di distanza,

i ricercatori hanno scoperto che questa fusione genetica è presente su tutte le forme di tumore.Ora è stato ricostruito il meccanismo che alimenta il ‘motore dei tumori’ e sappiamo che è legato al funzionamento dei mitocondri,

le centraline che danno energia alle cellule. E non è tutto. I farmaci che bloccano il meccanismo che da energia ai tumori, esiste già da tempo, anche se usati per altre patologie.

In Francia intanto, già si stanno sperimentando su alcuni tipi di tumore.