Unicef Italia e le risposte ai tweet razzisti
Sono giorni di duro lavoro per il social media manager della ONG!
Ogni giorno un social media manager sa che dovrà rispondere a tantissimi commenti, talvolta di hater. Ma se lavori per Unicef Italia sai che sarà ancora più dura, in un clima di razzismo e intolleranza come quello che viviamo, soprattutto dopo aver pubblicato un tweet su Twitter in difesa del proprio operato in mare, in collaborazione con la Guardia Costiera, per salvare i migranti che rischiano di annegare in mare mentre sono in viaggio verso l’Italia. Un tweet semplice, che ha scatenato molte polemiche.
“Rispetto per chi soccorre, rispetto per chi soffre, rispetto per chi muore, nessun rispetto per chi infanga“, questo il tweet pubblicato insieme alla fotografia di due persone che salvano in mare una bambina. Un messaggio in risposta a chi punta il dito contro le Onlus che aiutano i migranti in mare, considerate come dei “taxi” e non dei soccorritori.
Il tweet invitava semplicemente a rispettare non solo chi soccorre in mare persone in difficoltà, ma anche a rispettare i migranti che attraversano il Mar Mediterraneo in condizioni rischiossime, mettendo a rischio la propria vita, per fuggire da guerre, soprusi, violenze. Ma c’è chi ha continuato ad accusare la ONG anche di avere la coda di paglia.
A ogni singolo tweet di odio, il social media manager ha risposto a tono, pubblicando dati, percentuali, studi, ricerche, pagine con i bilanci dell’organizzazione e spiegando come funziona il lavoro dei soccorritori e quali sono gli stipendi di medici e operatori impiegati in missioni umanitarie di una portata inimmaginabile!
Un duro lavoro fatto egregiamente (gli stringerei la mano se potessi!), per dire basta ad accuse prive di fondamento: non dimentichiamo che i migranti sono esseri umani come noi e meritano tutto il nostro rispetto. Così come lo meritano le persone che cercano ogni giorno di evitare le stragi del mare. Inutile piangere di fronte a bambini riversi senza vita sulla spiaggia, se poi il giorno dopo ce ne dimentichiamo e torniamo a essere i soliti “Salvini” della situazione!
Il 100% delle persone che soccorriamo sono esseri umani. E sarebbe bello se lo fossero anche il 100% delle persone che commentano.
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 29, 2017
Qui stiamo parlando di vite umane. La loro vita vale forse di meno? Se tu fossi in acqua pensi che non meriteresti di essere salvato?
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 29, 2017
Il lavoro della politica è risolvere i problemi non mettere all'indice la società civile, che fra l'altro supplisce alle sue incapacità
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 29, 2017
Tu che giudici tanto, fai un lavoro più degno e importante di chi salva vite umane? Lavori gratis? Perché pensi che gli altri debbano farlo?
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 29, 2017
Nessuno ha paura della giustizia. Dell'imbecillità sì, perché fa danni alla cieca
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 29, 2017
Attraversano il deserto, si indebitano, si fanno schiavizzare e stuprare solo per sfruttare un passaggio gratis?
Tu sì che hai capito tutto!— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 30, 2017
Quando una nave soccorre naufraghi nel canale di Sicilia dove dovrebbe portarli? In Nuova Zelanda?
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 30, 2017
Ma seriamente lei pensa che l'UNICEF possa mai fare contratti meno che perfettamente a norma di legge? Lei ha una minima idea dei controlli?
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 30, 2017
Leggendo questo tuo sobrio commento viene da pensare che la civiltà millenaria di cui parli sia già tramontata da un pezzo…
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) April 30, 2017
Facciamo due conti. Questi sono i nostri salari: https://t.co/gQugQpld0d
Medici e infermieri prendono metà? Informarsi prima di parlare…— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) May 1, 2017
Continui a voler insegnare a @guardiacostiera quali sono le norme da seguire in mare? Ti suggeriamo un più dignitoso silenzio
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) May 1, 2017