Intervista a Maria Antonietta, cantautrice indie-punk in bilico tra sussurri e grida

Scopriamo la musica della giovane artista pesarese che racconta dei suoi vent'anni, Giovanna D'arco e Martini cocktail

Maria Antonietta, nome d’arte di Letizia Cesarini, è una giovane cantautrice pesarese. Dopo l’esordio nel 2010 autoprodotto Marie Antoinette wants to suck your young blood esce nel 2012 Maria Antonietta il suo primo disco in italiano, prodotto dall’etichetta Picicca Dischi sotto la direzione artistica di Dario Brunori (Brunori Sas).
La musica di Maria Antonietta ti si attacca alla giugulare e non ti lascia scampo, o cedi all’assalto o la respingi. Ho ceduto, all’assalto dei suoni low-fi, dei testi diretti che parlano senza barocchismi di amore e sesso, incertezze esistenziali, risvegli ed infelicità con cinico romanticismo, ora urlati, ora sussurrati con un filo di voce.

Cover del disco "Maria Antonietta"
Cover del disco “Maria Antonietta”

L’album è stato prodotto da Dario Brunori, com’è avvenuto l’incontro con lui e la sua musica? Avete in programma collaborazioni future?

L’incontro è avvenuto in maniera abbastanza casuale per tramite di Matteo Zanobini, è stato molto bello e divertente lavorare con una persona tanto diversa da me. Per il futuro sento la necessità di sperimentare cose diverse magari anche lavorando con persone diverse…chi vivrà vedrà

Come vedi la scena indie italiana attuale? Cosa va e cosa no…? Chi ti piace?
Onestamente sono parecchio ignorante e conosco poche cose. Cosa va non saprei, cosa non va: la spocchia. Mi piacciono molto Chewingum, Dadamatto e Mangiacassette.

Quando e come ti sei avvicinata alla musica?
Mi ci sono avvicinata per necessità vitale, io non posso stare senza le canzoni. Nessun tipo di ragionamento altro, nessuna speculazione alta o bassa, solo necessità del cervello, del cuore, di tutte le parti del mio corpo.

Foto credits Ph. Chiara Gambuto
Foto credits Ph. Chiara Gambuto

Quando hai capito che poteva diventare un lavoro?
Ogni tanto faccio l’errore di definirlo “lavoro”. Scrivere canzoni non è un lavoro, se lo diventa è molto pericoloso. Non a livello economico ma psicologico. Io voglio che questa cosa rimanga pura, a tutti i costi, perfino al costo di comportarmi come una pazza o una selvaggia, due cose che evidentemente sono e sono sempre stata.

Tecnologia e musica: l’mp3 ha ucciso, salvato, rianimato artificialmente la musica? Altre opzioni…

La tecnologia ha permesso di abbuffarci di un sacco di cose belle e brutte, ma a volte quando sei bombardato di troppe cose ne perdi il vero sapore, sembra tutto uguale ma non lo è.

Foto credits Ph. Flavia Eleonora Tullio
Foto credits Ph. Flavia Eleonora Tullio

Tu e la tecnologia, in generale (pc, smarthphone, social media) ed in particolare per la musica (scarichi mp3, ti fai playlist che porti con te o preferisci ascolti su vinile ecc…)
Mi piace tanto la tecnologia e la uso abbastanza anche per la musica certamente, faccio molte playlist ma per fortuna il mio papà mi ha appena regalato un giradischi così ascolterò anche i vinili.

Tra i tuoi riferimenti ci sono COURTNEY LOVE, GIOVANNA D’ARCO, NINA NASTASIA, MARIA MADDALENA dammi altri nomi a cui ti ispiri, in particolare tra le cantanti/cantautrici italiane e internazionali
Ci sono un milione di cose al mondo a cui mi ispiro, onestamente ti direi tutte le donne forti e intelligenti senza mettermi a citare nomi anche perché ognuno per fare delle cose che abbiano un senso deve essere profondamente se stesso e punto.

Foto credits Ph. Flavia Eleonora Tullio
Foto credits Ph. Flavia Eleonora Tullio

Dai tuoi testi traspare una consapevolezza un po’ estranea alle tue coetanee, ti hanno detto che musicalmente sembri molto più grande?
Forse sono diventata consapevole della realtà un po’ troppo presto in effetti, comunque non mi ritengo né migliore né peggiore degli altri, né più matura né meno matura degli altri. Ognuno ha il proprio percorso e la propria intelligenza. Non condivido il concetto di generazione, non condivido il concetto di “adulto” “non adulto”. Se avverti della profondità e della consapevolezza nelle mie canzoni sono davvero felice, mi fai un complimento comunque.

Di te è stato detto – e condivido – che sei un’artista che si ama o si odia. Ti faccio nomi di altre di cui dicono la stessa cosa, dimmi i tuoi sentimenti per loro:

Lana Del Rey
Loredana Bertè
Laday Gaga

La mia preferita è la Bertè, Lady Gaga non la conosco affatto musicalmente e Lana Del Rey purtroppo idem, è che sono un po’ pigra, ma nessuna delle due mi è antipatica, anzi. Comunque tutte le cose che generano schieramenti netti mi piacciono. Sono una che ama schierarsi.