La casa del Grande Fratello brucia e con lei le mie certezze

Indirizzare un figlio è qualcosa di complicato che neanche la N.A.S.A immagina, soprattutto se si tratta di televisione

(sottofondo musicale: “Lillies of the Valley” di Jun Miyake )

Qualche giorno fa la casa del Grande Fratello è andata a fuoco.

Il mio primo pensiero naturalmente è stato di grande liberazione nonché gioia nel sapere che un programma del genere non sarebbe andato in onda di qui a poco, che mia figlia cambiando ormai da sola i canali per arrivare a Cartoonito, non avrebbe visto casualmente neanche di striscio cosa ormai la nostra televisione offre. Cioè delusione.

E gonfia nel sentirmi così fiera e radical chic ho continuato a lavorare; ho posizionato gli arnesi, la stoffa, le forbici, tutto ciò di cui avevo bisogno per ritornare nella magica bolla dell’artigiana, ma poi mi sono fermata.

Perché c’era qualcosa che non andava; perché mentre il radical chic che è in me già stava bevendo un Martini a bordo piscina, il mio senso etico borbottava e la mia genitorialità dava capocciate al muro; perché non solo era stata bruciata una casa fulcro di un noto programma televisivo, ma anche una sala regia e tutto il contorno di tale programma, quindi oltre alle mura, in quella notte sono stati bruciati chili e chili di lavoro e di stipendi; bruciati mutui, bruciate vacanze, bruciate attività per il proprio figlio, insomma famiglie letteralmente nella merda.

E proprio mentre ragionavo su questo disastro, non mi ero accorta che “casualmente” la mia televisione era accesa su MTV, nota rete musicale ormai sdoppiata in varie sotto-reti tra cui una Mtv dove il sesso, le parolacce e la non curanza del prossimo sono fra gli argomenti più quotati, e se non sono loro, sarà l’ansia assoluta di “16 anni e incinta”…

mina e la tosca
mina e la tosca

E proprio mentre inclinavo la testa per capire come una ragazza inglese di 20 anni con i capelli rosso fuoco potesse affermare che il sesso orale fosse per lei normale da fare anche ad un amico, mi rendevo conto che io cose come queste me le vedo ogni sacrosanto giorno.

Può essere una deficiente che non riesce a scegliere un vestito da sposa.

Può essere un italo-americano che fa torte e magna come se non ci fosse un domani (lo so, ho già usato questa espressione, ma mi piace così tanto…!)

Può essere una coatta che m’insegna come farmi le unghie di quattordici colori per dito.

Può essere tutto (ora anche la Parodi, dai!), fatto sta che io me le g-u-a-r-d-o.

E allora che esempio posso dare a mia figlia?

mina e la radio in diretta
mina e la radio in diretta

Perché rallegrarsi se uno dei tanti programmi spazzatura slitta di qualche mese?

Con quale coraggio faccio la sinistroide acculturata se poi la mia droga sono proprio gli stessi programmi sui quali sputerei davanti un Vodka Lemon al bar della Pace?

Come si fa ad avere il giusto discernimento per insegnare ai propri figli cosa è giusto e cosa è sbagliato guardare in tv? Perché è normale che nel momento in cui mi metto a guardare Jersey Shore, sapere che uscire di casa per aprire le cosce è sbagliato, è normale per me essere automaticamente imbarazzata per i genitori di quei ragazzi, è normale scuotere la testa e pensare “mah” a fine puntata, ma perché per me è così normale? Io all’età di mia figlia cominciavo a vedere Ken il Guerriero di nascosto a casa di mio zio e non è stato un cartone molto educativo, vedere l’Uomo Tigre per me era come andare a messa, e Kiss Me Licia la giusta punizione se rompevo un vaso del ’23 di mia nonna; vedevo solo cose dove violenza e desolazione erano all’ordine del giorno e sono cresciuta senza (quasi) mai alzare le mani.

mina e you tube
mina e you tube

Forse, oltre a far vedere alla mia Minuzza lo Schiaccianoci di Caikovskij su YouTube ogni due giorni e comprarle La Tosca in dvd, potrei farle vedere cinque secondi a settimana Tita di Uomini&Donne, o la sigla di Un Posto al Sole, cosi magari compensa e mi cresce normale, né stronzetta né col desiderio di “Velinarsi” a diciotto anni!

Forse l’idea di nascondere il telecomando e farlo riapparire magicamente al settimo giorno è sbagliata; forse è il caso di lasciarla stare, di capire che se mi guarda le Winx è anche per un’aggregazione sociale di cui io non faccio per niente parte, forse se voglio un certo tipo di conoscenza per mia figlia mi devo anche affidare direttamente al lei e capire che come me in passato, anche lei ha diritto a vedere tutto e a valutare, sotto la mia assoluta, ma invisibile, supervisione.

Perché tanto, con tutti gli sforzi del mondo non saremo mai in grado di inculcare nulla con la forza MA con la furbizia. E noi malamamme in questo siamo speciali.

Per prima cosa esisterà solo “Ginnaste, vite parallele”…

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