10 motivi per cui noi mamme odiamo l'inverno più di ogni altra persona

Ho la febbre ma ho comunque annientato un conguaglio della scorsa bolletta, ho fatto la spesa e chiamato 12 persone per gestire mia figlia con un alternanza di due ore ciascuno. Inverno io ti odio.

Come la scoperta dell’acqua calda quindi.

Direi di si.

No, dimmi di si.

Si credo di si.

Ci credi o ne sei sicura.

Ne sono sicura.

Come l’acqua calda.

Si.

È bella l’acqua calda.

È una domanda.

No.

Allora si.

Credo che l’inverno mi stia portando a livelli di autocoscienza costruttiva inverosimili. Solo che continuo ad odiarlo. Perché? Perché mi porta ad essere ridicola con mia madre che vedo una volta a settimana solo per rubarle di nascosto la carta igienica che mi dimentico di comprare e per un pasto caldo. Ecco di nuovo. Caldo. Oppure calda, l’importante è il succo, la verità di questa parola che sento, dico, ma non vivo.

Odio l’inverno e più che altro lo odio in quanto donna ma soprattutto in quanto mamma.

Ci avete mai fatto caso che l’uomo della famiglia non si scompone mai?! Mantiene il suo sorriso perfettamente modellato e calibrato in tutte le stagioni. Ma beati loro.
Anche se così facendo la parola “caldo” col cavolo che l’apprezzano come sto facendo io ora. Perché io ho solo freddo d’inverno. E poi mi incasina il cervello l’inverno, mi tiene stretti un sacco di pensieri che poi col caldo magari esplodono, ma male.

Comunque secondo me ci sono ovvie ragioni per cui l’inverno è la stagione più odiata unicamente dalle mamme e credo sia anche giusto approfondire la situazione analizzando scientificamente il perché.
Anzi, non lo facciamo scientificamente altrimenti mi sembra una cosa analitica e universitaria, quindi distaccata e FREDDA.

Andiamo di pancia. Meglio. Che poi la pancia si sa… Che? Cosa? Si sa Che? Dai, che è una cosa calda ma se lo scrivo un’altra volta mi licenziano. L’hai appena fatto. Che? Hai riscritto quella parola. Molto bene.

1) Abbigliamento discutibile.

Già abbiamo difficoltà. E lo sabbiamo. A nessuna va di entrare nell’androne di scuola dei nostri figli ed essere guardate al microscopio perché vestite in tuta. Ma cosa è lecito indossare con due gradi a mezzogiorno?! Io lavoro. Ok. Ma non posso andare vestita come se stessi per affittare uno scarpone numero 38 in quei posti che ti fanno sciare.

Inverno. Tu così mi uccidi. Tu così abneghi la mia estetica comprensione di me stessa.

2) Stordimento e parziale annebbiamento del ritmo sonno-veglia.

Perché in inverno le giornate sono più corte, ma di una sacco! Si, ovvio. Lo so (credo) ma comunque perché? Riesco a far tutto d’estate, perfezione totale come un Negroni ben riuscito, tutti gli ingredienti della mia giornata vanno lisci, lavoro, sto con Margherita, faccio cose tipo comprare carote, cucino le stesse carote e c’è ancora il sole, lo vedo, sono cosciente del fatto che sia realmente ancora giorno.

D’inverno io vedo la luce e dopo un quarto d’ora il buio totale. Niente.
Sembra di stare nel polo terrestre dove è solo buio sempre, e non mi ricordo mai qual è. E questo mi porta a creare delle, per così dire, fratture nel mio biologico orologio organizzativo, tipo far cenare Margherita alle cinque e un quarto.

Inverno. Tu così mi uccidi. Tu così abneghi la mia incessante calendarizzazione di me stessa.

3) Riscaldamento moderato per te. Odio profondo per loro.

È noto a tutti che il riscaldamento fa malissimo. Avere una casa troppo calda fa venire malattie raffreddori e un sacco di altre cose, ma visto che io utilizzo questo scandinavo metodo di vita qui da me la gente col cavolo che mi viene a trovare, e allora io mi abbrutisco perché già passo venticinque giorni al mese a casa, poi se nessuno porta la birretta a sorpresa io muoio.

Inverno. Tu così mi uccidi. Tu così abneghi la mia costante socializzazione per me stessa.

4) Spesa alterna.

Io d’inverno vedo un banco frigo e mi sento male. Sarà forse per il punto precedente, ma in questo periodo è come se il mio sistema epidermico vivesse in letargo, e ogni volta che qualche avventura mi porta in luoghi al di sotto dei 10 gradi, mi si risveglia mezzo secondo, mi da uno schiaffo morale con un’unica battuta collettiva di pelle d’oca e se ne ritorna a letto.
Per questo io d’inverno faccio la spesa alternata, e vi assicuro, non è per niente facile stabilire il minutaggio settimanale diviso sei giorni rispetto a quello che ti serve a casa ovvero sempre tutto.

Inverno. Tu così mi uccidi. Tu così defraudi il mio insignificante bisogno di nutrimento

5) Febbre mal di gola influenza intestinale: le tue migliori amiche

D’inverno sei verde, poi bianca, poi ti vengono le bollicine vicino al naso ma non puoi usare il correttore perché pizzica, anche la Nivea pizzica ma quello perché ti sta riattaccando pezzettini di naso che tu hai scartavetrato a furia di soffiarti con lo scottex perché quello c’era.
E poi ci sono i brividi e con i brividi mica ce la fai a farti la doccia perché ti fa male e allora diventi la versione barbona della cipolla di Carla Fracci e ti chiedi perché. Perché sono un cesso. Perché nemmeno te ne sei accorta ma sono due settimane che hai la febbre a 38.

Inverno. Tu così mi uccidi. Tu così annienti la mia pelle che più rossa mi si trasforma nel bollino per la televisione per adulti.

6) Farmacia, parafarmacia, erboristeria: i coffee shop del tuo destino.

Io me lo ricordo. È bello evidente quel ricordo.
Che però io non posso scrivere. Ma mi ricordo che davanti a me ce ne stavano tante e il commesso mi indicava quale fosse la migliore. E poi abbiamo parlato e lui ha fatto la cosa che io amo di più nella mia lista delle dieci cose che ricordo dell’infanzia.
Mi ha fatto assaggiare. Come il gelataio quando prende il cucchiaino e ti regala un pezzo del suo nuovo lavoro.
Ecco io mi ricordo tutto. E ora è sempre così solo che dall’altra parte ci sta la commessa che si è laureata in farmacia ieri e che se le spieghi quali sono le gocce per le orecchie, ti scambia per la redattrice della sua tesi.

Inverno. Tu così mi uccidi. Tu così formatti ricordi fumantini di passati lontani.

7) Film scadenti-calcio perfetto.

La televisione fa cagare. Ma d’inverno supera ogni ostacolo alla idiozia più colossale. Esistono quei programmi che ti fanno diventare famoso tre quarti d’ora. Poi le fiction dove mia nonna reciterebbe meglio, giuro. Poi ci stanno anche cose dove se tu provi a cucinare quello che fanno loro, sembrerà sempre un budino scotto.
Solo una cosa va alla grande: il calcio. E lo sapete che si fa tante tante volte a settimana? Si guarda il calcio. E lo sapete come si riconosce il proprio compagno con tutte queste giornate a settimana di calcio. Si tira ad indovinare.

Inverno. Tu così mi uccidi. Tu così spegni i miei neuroni davanti ad una tv..

8) Effetto gazzella: svegliarsi sapendo che dovrai correre più veloce della pioggia.

Da quando apri gli occhi d’inverno sei in guerra. Le senti le cannonate? Esatto. E’ quella odiosa pioggia che ti manda all’aria qualsiasi programma tu avessi fatto il giorno prima per te e tua figlia, che magari erano pure cose belle tipo un cinema a sorpresa, ma ora attraversare il quartiere sotto l’acqua non porterà il tuo nano ad avere naso libero ossa asciutte gola perfetta, per cui no!
Si torna a casa dopo scuola altrimenti poi la tua grande amica febbre da te passa a lei e qui il gioco si fa duro perché andare a lavoro per pagare una babysitter non mi va.

Inverno. Tu così mi uccidi. Tu così azzeri il mio alterato e inespugnabile senso di maternità.

9) Emergenza termica: Il sesso sbagliato.

Non voglio dire molto. Sono timida. Tanto avete capito tutti. Piedi compresi.

Inverno. Tu così mi uccidi. Tu così fammi stare zitta perché ho detto che sono timida.

10) Ti raggiungo dopo. Anzi no. Anzi si. Anzi no. Anzi si.

La socialità. Quella cosa lontana. Quella cosa mi sembra anche carina, dove, se non sbaglio, parli con altre persone e puoi addirittura portarti la figlia perché ormai è grande e allora pensi che wow è passato quel tempo in gattabuia dove nell’angolo c’era solo riso mais e tapioca. No. Col cavolo.
L’inverno è la regressione sociale di te, di tua figlia e di tutto il mondo. Non esci perché ovviamente l’aperitivo si fa di domenica alle sette e mezza sotto la tramontanta ma tanto è un attimo perchè fai casa-macchina-locale-macchina-casa.
Ma la gente normare non sa che la gente che è madre di domenica alle sette e mezza sta creando il miglior composto olistico perché le medicine fanno male, per tamponare qualsiasi, e non scherzo quando dico qualsiasi, fastidio del proprio figlio.

Io per esempio sono arrivata a trovare l’equazione perfetta per gola/naso/voglio la gonna il lunedì mercoledì e venerdì/mal d’orecchi/ Doraemon mezzora a settimana.

Inverno. Tu così mi uccidi. Tu così distruggi la mia flebile cosa che si chiama spensieratezza che non si chiama così ma si chiama birra.

E poi ti chiedi perché Belen Rodriguez è sempre figa anche d’inverno e poi scopri che lei l’inverno se lo spara in Argentina e quindi oltre ad avere un di dietro fantastico è pure furba e alzi le mani e ti vai a mangiare la focaccia che non smaltirai prima dell’estate prossima. Amen.

38.07.