Centri Estivi: vi spiego come amarli e renderli vostri alleati
Scopriamo insieme come questi luoghi siano preziosi aiuti e non solo "parcheggi"
(sottofondo musicale: The Smashing Pumpkins – Tonight, Tonight)
Il cielo è più blu.
Il calore del sole più caldo.
Le persone sembrano più simpatiche, le urla per le elezioni politiche lontane anni luce da te. Dentro ti senti glitterata. Osservi le persone che stanno lì e sbiascicano qualcosa e lo fanno in modo strano; forse sono turisti, forse sono ubriachi. I tuoi passi sono decisi invece, perché non sei né turista, né ubriaca, e la tua falcata è quella giusta, schivi un mimo, un bambino che si è perso, un pankabestia che ti vuole estorcere la sigaretta, giri l’angolo, forse ci sei, hai il fiatone ma ce l’hai fatta. Un attimo; io non ero sola, con me c’era il motivo per il quale sto così bene, c’è il mio principe, mi giro e nell’attimo in cui lo faccio mi chiedo: ci sarà ancora? Perché ogni volta la stessa domanda? Forse è così, quando si ama si devono fare queste domande, si deve cercare sempre il proprio principe e si deve sentire la tromba nella stomaco. E lui era lì. C’era. Ragazzi, quanto è bello.
Bene, la domenica continuava lenta, lentissima al centro di Roma con Lui tra uno Spritz e due chiacchiere, e continuava alla grande, finché ho guardato un pochino oltre e mi sono resa conto di essere circondata da bambini, quando, invece, la mia era lontanissima da me.
Ecco, lì ho capito una cosa importante.
Quando non ho mia figlia con me, la mia maternità si spegne, non esiste, o almeno ce n’è solo quel minimo per ricordarmi che la sera poi devo ritornare da lei. Ovvio che poi mi si rimpenna da 1 a 1220 milioni in tre secondi non appena la vedo, ma quei bambini…
Invece di pensare a come stesse mia figlia, a sorridere ad un nanetto paffuto sul passeggino e rispondere ad un saluto del maschietto boccoloso biondoloso, io ero prevalentemente colpita dal fatto che tutti quei bambini né mi facevano ricordare la mia, né mi facevano sorridere. Anzi.
Questo ragionamento mi ha reso felice per un motivo preciso.
Che il mio essere mamma ed il mio essere 31enne continuano a vivere quasi paralleli, come due rette che non si incontrano mai.
Perché io non ce la faccio a pensare, guardare, parlare solo con Mina, non riesco a sentirmi solo madre, e non riesco a sentirmi in colpa se tutto questo non lo sento.
Io in ordine non riesco:
– a non farla dormire almeno una volta a settimana fuori casa
– a non portarla a mangiare al ristorante perché non ho nulla in frigo
– a non smollarla a qualcuno perché voglio farmi un aperitivo.
– a raccontarle sempre una favola la sera
– a non organizzare un viaggio senza di lei
E non mi sento in colpa. E fra poco arriva il bello, perché le scuole finiscono e inizia la fase più schizzofrenica di ogni madre, quella madre che vorrebbe essere madre al 1000 per 1000, ma che non abituata ad avere il figlio sempre a casa alla fine non ce la fa, e si arrabbia con questo figlio H24; se la prima settimana di vacanza siete lì con il pesce e le verdure fresche, perché la super mamma in vacanza dona al figlio solo il meglio, dalla settimana successiva già stiamo col bastoncino Findus, la settimana dopo ancora entriamo al Discount.
E questa schizzofrenia aumenta e aumenta perché in realtà non vogliamo ammettere a noi stesse che non ce la facciamo, che in realtà i nostri figli a tempo pieno non li sopportiamo e non devono stare a casa, non se può ragazze mie! E vi svelo un segreto: avete ragione!
Oggi fortunatamente esistono delle meravigliose strutture che si chiamano “centri estivi”, chiamatele ex colonie dei nostri genitori, chiamateli associazioni salva vita, scuola estiva, chiamateli parcheggi, fate un po’ come volete, ma sappiate che questi luoghi sono salvifici, per tre motivi:
1) Se lavori, ti parano il culo.
2) Se hai un altro figlio, ti parano il culo.
3) Se non hai alcuna voglia di passare giugno-luglio-agosto-metà-settembre nel paesino di mare sperduto di tua suocera, ma goderti un po’ di sana e ricca estate romana, ti parano da morire il culo.
Per cui, perché vergognarsi? Anche se non lavori, perché non provare?!
Certo che è un parcheggio, certo che i tuoi figli faranno gli stessi orari di quando vanno a scuola e che il tuo schema psicologico freudiano estivo salterà, ma almeno è divertente per lui; ce ne sono un’infinità da quelli parrocchiali a due lire al centro estivo a cinque stelle.
Non farà i compiti perché è stato tre ore dentro in piscina con nuovi amici? Sarebbe cosa grave? No perché io la trovo meravigliosa.
Perciò mamme italiane, sappiate che qui c’è una donna (dovrei essere io…) che non riesce a stare tutti i giorni con la figlia, che perde spesso la pazienza, che l’aperitivo, la cena, la festa quando può se li concede di corsa, che porterà la figlia a fine luglio al centro estivo perché ci sono troppi concerti al Rock in Roma di Capannelle, che poi si spara pure la vacanza da sola e che non si sente assolutissimamente in colpa.
Sono snaturata?
Sono sincera.
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