Scuole chiuse per le vacanze di Natale: 19 giorni di me e di te

"Anche quest'anno è arrivato Natale. Che bello!" "Non hai figli, vero?"

Oggi 16 dicembre Anno Domini 2013 è il primo giorno dell’ultima settimana di scuola prima delle vacanze.
Se penso che il termine vacanza proviene dal latino “vacantia”, da vacans, participio presente di “vacare” che significa “essere vacuo, sgombro, libero, senza occupazioni” un pensiero mi assale…
Vale anche per chi è possessore di prole?
No, assolutamente no.

Questa tanto odiata routine fatta di alzate presto, scuola, sport, tute da comprare e calzini da appaiare diventa la chimera da inseguire nei giorni nati sotto il segno della renna.
Diciannove giorni signore e signori, anzi signore perché l’uomo lavora e il pupo ce lo spupazziamo noi. (Scusate, non volevo aprire la parentesi uomo-analfa ma ci sono dei periodi in cui l’inutilità dell’essere denominato padre si fa sentire prepotente).
Io per queste vacanze non so proprio cosa mi inventerò, per ora ho solo una serie di buoni propositi:

– Finire di leggere “Le straordinarie avventure di Caterina” di Elsa Morante.

– Riportare Matilde alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea,
luogo in cui il mio giubilo materno l’anno scorso raggiunse alte vette quando l’allora quattrenne urlò “mamma, c’è Pollock” davanti al due hispster normodepressi.

– Abusare di Parchi e Giostre a iosa, con grandi soddisfazioni sulle macchinette a pedale di Villa Borghese presagio di presa di patente prima di sua madre.

– Evitare Piazza Navona, che per noi che ci abitiamo vuol dire scavare un tunnel tipo “Le ali della libertà” per tornare a casa. Un girone dantesco in confronto è il tè delle cinque. Rimanere imbottigliati nel traffico per parcheggiare la propria macchina, scendere e rimanere imbottigliati a piedi deve avere un fascino Escheriano per certe persone. Dolci che rovinano denti solo a guardarli, palloncini che riproducono eroi che mia figlia conosce e io no (facendomi venire l’amaro presagio di quando nominerà band dai front man pricingati a me sconosciuti).

– Auditorium e tutte le sue derive (pattinaggio, libreria,i giochi e le amatissime, anche da mia madre, giostre molla molla)
– Campagna con tre amici maschi. Ovvero la catastrofica prova “facciamo dormire tutti i bambini insieme”. Figliol prodigo tornato all’ovile dopo mezz’ora.

Spero di arrivare viva al sette gennaio in modo da potervi raccontare com’è andata. Se avete idee, dritte o nuovi psicofarmaci da consigliare scrivetemi. L’indirizzo è: Inferno- Girone dei pupi vaganti.
BUON NATALE, EH…

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