Tuo figlio e il suo compleanno: come gestirlo quando la famiglia è allargata

Piccolo racconto di un sabato pomeriggio irreale, ma pieno di fantastiche sorprese

(sottofondo musicale: “Avalanche” – Sons of the sea.)

Io odio i compleanni.

O meglio, io odio organizzare la festa per i compleanni; sarà perché mia madre per ogni singola cosa/evento/accanimento organizzava festoni a casa e io ero sempre messa in mezzo…

-“Ma come sei cresciuta, Elisa” BOM, ceffone da zia sconosciuta.

-“Ma che ti mette mamma nel latte?!” BOM, pizzone di guancia da vicina di casa.

-“Ormai stai invecchiando anche tu!” (frase detta la prima volta a sette anni, ma vecchia de che!? Cosa vuoi?! Ma ti sei vista tu!?) BOM, strizzata di costole da amica di vecchia data.

Per questo, dai miei 18 anni, riuscendo a prendere il pieno controllo della mia vita, almeno da un punto di vista civile e penale, ho cominciato a “scappare” ogni volta venisse incontro la data dei miei anni.

Ma quando hai un figlio, tutto questo decade.

Le paranoie che un genitore si fa su quel giorno superano ogni aspettativa; a confronto il matrimonio reale di Carlo e Diana diventa un insignificante festicciola di borgata; i padri espatriano per tre giorni o subiscono in silenzio, ma tramando vendetta, la pazzia frenetica della madre, che una settimana prima della data sbrocca, si trasforma. Entra ufficialmente nel girone del “sto ragazzino l’ho fatto uscire dalla mia “pancia”: io non voglio festeggiare i suoi anni, voglio ricordare al mondo interno quanto c***o mi ha fatto male.”

Si compra succo di frutta per un esercito, si cerca David Copperfield come animatore e David Guetta come dj.

La location sono le terrazze dell’Hilton, il cibo obbligatoriamente cucinato da Gordon Ramsey.

Il ragazzino non viene preso neanche in considerazione, a un certo punto verrà sommerso da una quantità indescrivibile di regali dai quali riemergerà solo un mese dopo.

L’inferno è questo? Probabilmente.

Ma questa è solo la base. Nel senso che tutto questo accade in una “normale” famiglia dal taglio classico.

Un taglio che non è per niente di mia competenza.

Sì, perché se in una famiglia composta dal classico nucleo le cose scorrono in maniera difficile ma naturale, in una famiglia allargata bisogna anche fare i conti con le innumerevoli dinamiche che possono creare le diverse tipologie di essere umano a stretto contatto fra loro in una situazione dove è solo un seenne l’elemento legante di tutto.

Tipo l’ultima festa di compleanno di mia figlia.

Sabato scorso Margherita ha festeggiato i suoi primi sei anni e ha voluto invitare le seguenti persone:

– amichetta non di scuola che non avrebbe visto alla sua SECONDA festicciola.

– zie acquisite, nonché mie migliori amiche.

– nonno paterno con moglie e figlia di quattro anni, ovvero zia reale, ma più piccola di lei.

– il padre

– il mio compagno

– il fratello del mio compagno

– la nipote del mio compagno

– la cognata del mio compagno

Nessuna di queste persone si erano MAI incontrate prima.

Immaginate che giornatina per me.

Dovevo gestire esseri umani distanti anni luce fra loro, mia figlia, la sua amichetta sotto la mia responsabilità, dovevo dialogare parimenti con tutti, mentre Margherita mi chiedeva di andare a fare la pipì, dovevo capire attraverso le espressioni di tutti se c’era qualcosa che non andava, se qualcuno si fosse piccato per qualcosa, e se il mio compagno si fosse annoiato!? In fondo lui non ha figli, non è abituato a stare per due ore dentro un posto dove 50 bambini fanno su e giù dai gonfiabili e sembrano scimmie, ora mi tira un cazzotto, mi stende e scappa via per sempre, oppure se le due zie acquisite guardano male il padre di Mina e poi lui s’arrabbia!? Anche lui potrebbe tirarmi un cazzotto, come anche il nonno paterno di mia figlia, lui così, per solidarietà col figlio. E anche il fratello del mio compagno, rimane solo lui! Potrei uscire da questo pomeriggio, sola e piena di cazzotti e ci sarebbero solo Mina e la sua amichetta a soccorrermi…

La mia mente viaggiava alla velocità della luce. Alle quattro ero una corda di violino. Sudavo freddo.

Poi non so cosa è successo. Il mio compagno arriva, Mina gli corre incontro e lo fa davanti al padre, il quale non si scompone, non mi prende a cazzotti, si stringono la mano e si sorridono; scartiamo i regalini e siamo tutti sereni, entriamo ai gonfiabili e le bimbe iniziano a giocare; gli adulti prendono i propri spazi né troppo vicini, ma neanche troppo lontani, io comincio a capire che ce la posso fare, arrivano tutti e ci si continua a salutare e ci si sorride, mi figlia ha la capacità di andare ad abbracciare in egual misura tutti, ad accoccolarsi sia dal padre che dal mio compagno, dalle zie e da me, conosce la sua nipotina e se la porta nella piscina delle palline come se fossero amichette da una vita; a fine pomeriggio si crea anche una sorta di cerchio con le sedie dove tutti parlano con tutti.
Mina è serena.

È il miracolo; ce l’ho fatta. Anzi mia figlia ce la fatta e l’amore che ognuno lì dentro ha per lei.

Magari non si sarà creata un’ufficiale famiglia allargata, ma ciò che è successo per me è stato davvero incredibile. Importante. E allora sticazzi di come è stata la festa, Mina ed io abbiamo vissuto qualcosa che è oltre, adrenalina? Mi sa.

Buon compleanno Margherita, fiore, luce e fonte di tutte le mie gioie.
Buon compleanno, e grazie per ciò che ogni giorno mi insegni; che tutto è possibile, basta avere fiducia nel prossimo e non sottovalutarlo mai.

p.s. e comunque un Uomo che ti sceglie con tutto ‘sto popò di “elementi” nella propria vita non è da tutti, e Lui invece l’ha fatto; e io mi sento la mamma e la donna più fortunata del mondo anche grazie a Lui, a Te.
E il sottofondo musicale di oggi è tutto Tuo.