13enne muore di obesità

Regno Unito, 13enne muore di obesità, la mamma le faceva mangiare solo cibo da fast food.

Regno Unito, 13enne muore di obesità, la mamma le faceva mangiare solo cibo da fast food.

La bambina è morta per una patologia cardiaca dovuta al suo peso eccessivo, hanno affermato le autorità della Greater Manchester.

La mamma della ragazzina nutriva la figlia con almeno 2mila calorie prima di pranzo, tra questi non mancava il cibo da asporto ad alto contenuto calorico.

La 13enne è stata ricoverata in ospedale ma i medici non hanno potuto salvarle la vita. Sua madre non ha fatto nulla per aiutarla, anzi ha peggiorato solo le sue condizioni di salute.

Per anni è stata nutrita solo di cibo spazzatura ed ora la donna è stata accusata di abusare emotivamente dei figli.

Secondo le indagini, la mamma della 13enne non è riuscita nemmeno a fornire alla figlia un kit per la palestra da portare a scuola ed ha cercato di impedirle di perdere peso.

La ragazzina, per tutti era amichevole e solare, aveva chiesto agli insegnanti di non riferire alla mamma che faceva allenamenti in palestra. Quando i medici le avevano chiesto del peso della figlia, lei ha riferito che la sua bambina era “pigra” e addirittura l’aveva descritta come una “ciambella”.

Dopo essere stata ricoverata in ospedale, la mamma si è mostrata aggressiva nei confronti dei medici e della figlia. È stata trasportata in terapia intensiva e le sue condizioni di salute erano notevolmente peggiorate.

Purtroppo i medici non sono riusciti a salvarla e non hanno potuto eseguire un trapianto di cuore visto l’eccessivo peso della paziente. In un rapporto dell’ospedale si legge:

“I professionisti hanno lavorato in modo isolato, le informazioni non sono state sempre condivise, le riunioni non sono state organizzate e non è stata intrapresa alcuna valutazione olistica. Non stato facile parlare con i genitori del peso della propria figlia e potenzialmente anche del loro peso. La bambina ha vissuto in un ambiente familiare davvero dannoso, senza sostegno da parte dei genitori”.