5 cose da sapere sul parto naturale

Come ci si può preparare per affrontare al meglio il parto naturale? Dalle contrazioni all’espulsione, ce ne parla Sabina Pastura, ostetrica de “La Lunanuova”, studio professionale di Milano dedicato alle attività di preparazione al parto e all’assistenza in gravidanza.

Che cosa si intende per parto naturale?

E’ un parto che rispetta i tempi della donna, le posizioni che desidera assumere, fino alle scelte che fa durante il travaglio insieme al suo compagno. L’importante è che la mamma stia al centro di questo processo insieme al suo bambino.

Qual è la prima fase del parto? Come si può affrontare?

La prima fase è quella chiamata “preparante” in cui compaiono le doglie, caratterizzate dalla contrazione dell’utero e da un dolore al basso ventre; si susseguono con distanza e intensità irregolari e variabili. Questa fase può durare da poche ore fino a 24-48 ore. Il nostro consiglio: fate un bgno caldo per alleggerire il dolore o di fare una camminata all’aria aperta.

Cosa succede e come va affrontato il travaglio?

E’ a questo punto che le doglie diventano più regolari, con una cadenza di 5 minuti l’una dall’altra, durano circa 1 minuto e la loro intensità aumenta in modo progressivo. Il tempo medio di un travaglio si aggira intorno alle 10-12 ore per il primo bimbo, per il secondo le fasi del travaglio possono essere anche più brevi, massimo 2-3 ore.

Cosa succede nell’ultima fase del parto?

Le doglie si trasformano e diventano desiderio di spingere. Un desiderio che dura 2-3 minuti, il tempo della contrazione; tra una spinta e l’altra ci può essere una pausa di 5-6 minuti. Per il primo bambino passano di solito 2-3 ore, in caso di secondo o terzo figlio possono passare anche solo 15 minuti.

Quali sono le criticità del parto naturale?

Uno dei più grandi problemi della donna che affronta il parto naturale è il dolore; L’infermiera de “La Lunanova” ci dice: “Credo sia importante che le future mamme arrivino gradualmente a capire l’utilità di un segnale doloroso del nostro corpo, attraverso un percorso di preparazione alla nascita”. Accanto questo dolore la mamma ha degli strumenti come la respirazione, il sostegno dell’ostetrica e l’amore del suo compagno.

Un metodo efficace per affrontare il dolore è partecipare ai corsi di preparazione al parto che ci insegnano a gestire le emozioni negative. Due esempi?

  • Il gioco del cubetto di ghiaccio: bisogna tenere un cubetto di ghiaccio in mano per 60 secondi e poi passarlo al partner. La prima volta bisogna farlo mentre ci si distrae chiacchierando, la seconda  mentre si passeggia avanti e indietro e la terza volta in completo silenzio e concentrandosi sul respiro. Un modo efficace per allenarsi a gestire e affrontare il dolore.
  • Ascoltare la musica in sala parto serve a distrarsi, ad accompagnare il respiro e a sentire meno dolore. Scegliere una playlist di molte ore con i brani preferiti, quelli che vi piace cantare sotto la doccia o in macchina, che possano aiutarvi ad affrontare le contrazioni e le diverse fasi del parto.

Che ne pensate? Sono metodi efficaci? Raccontateci la vostra esperienza del parto… naturale o cesareo? Come avete affrontato il dolore?