Bambino indossa un abitino per il matrimonio dei suoi genitori che glielo permettono

Bambino chiede di indossare un abitino con gonna per il matrimonio dei genitori, che acconsentono ad esaudire il suo desiderio.

Una storia da cui dovremmo trarre diversi insegnamenti. Una coppia, già con figli, ha deciso di sposarsi. Il figlioletto di 2 anni ha chiesto ai genitori di lasciargli indossare un abitino per la cerimonia e i genitori glielo hanno lasciato fare.

Questa è una famiglia come tante altre: cinque persone, marito, moglie e tre figli, due bambine e un bambino. Il marito è nella Marina, mentre la moglie è una lavoratrice autonoma, una consulente del sonno.

Il figlioletto di due anni ha iniziato a interessarsi al mondo degli abiti “da ragazza” quando ha cominciato ad apprezzare Minnie, poco prima del suo secondo compleanno.

La sorella aveva un vestito rosso a pois di Minnie e un giorno, circa otto mesi fa, il bimbo ha portato alla madre quel vestito chiedendole di farglielo indossare. Sulle prime la donna ha sorriso, cominciando a dirgli che quel vestito non era per un maschietto. Ma poi la donna si è fermata e si è messa in discussione: perché il suo bambino non poteva indossarlo? Chi ha detto che non poteva? Chi stabilisce queste regole? E che male avrebbe fatto indossandolo?

Il bimbo voleva davvero provarlo e così la madre glielo ha fatto indossare. Il bimbo era felice e da allora ha sempre amato indossare cose carine come le sue sorelle maggiori.

Anche il padre e le sorelle hanno sorriso quando l’hanno visto con quell’outfit, ma ragionandoci hanno pensato che il bimbo non sa ancora di essere un ragazzo e non deve sopportare il peso delle aspettative della società. L’unica preoccupazione della madre non aveva nulla a che fare con la società, quanto per il fatto che avrebbe potuto inciampare perché il vestito era molto lungo. Lui sa solo che sta indossando quella cosa che gli sembra tanto carina.

Così per il bimbo è diventato normale indossare i vestiti di Minnie. Inoltre ama indossare altri abiti, camicie, calze e un vestito da gatto che apparteneva a una delle sorelle. Si arriva così al giorno del matrimonio: per abbinare marito e bimbo, gli comprano un kilt scozzese.

Ma il bimbo si rifiuta, così decidono di cambiare strategia: gli comprano un tailleur per assomigliare al padre, ma il bimbo rifiuta anche quello, mettendosi a piangere e non volendolo neanche provare.

Il viso del bimbo, però, si illumina di gioia quando vede gli abiti che avrebbero indossato le sorelle. Madre e padre così capitolano: i genitori prendono in prestito un vestito blu da un amico, vestito che il bambino ha adorato sin da subito. Così, nel giorno del loro matrimonio, il bimbo ha potuto indossare il vestito che voleva. Essendo felice e rilassato, anche i genitori si sono goduti di più la giornata. Anche nelle foto del matrimonio, il bambino appare molto contento. L’ultima cosa che i genitori volevano è avere un bambino triste e in lacrime nel giorno del matrimonio. Ma rispettando i suoi desideri di individuo e non i dettami che la società impone, la famiglia ha potuto avere il suo giorno felice.