Hanno rubato la foto di sua figlia e l’hanno usata per un orribile post

Natalie e Mark Weaver, due innamorati di Charlotte, California, hanno tre bellissimi bambini. Ma una di loro ha qualcosa di diverso…la loro figlia maggiore si chiama Sophia, ha nove anni e, alla nascita, le è stata diagnosticata una condizione rarissima, la sindrome di Rett. Si tratta di una malattia che attacca il cervello e le condiziona l’intera vita.

La sindrome di Rett rallenta la crescita del cervello, comporta difficoltà respiratorie, alterazioni delle capacità motorie e un declino delle abilità sociali e linguistiche. Purtroppo, comporta delle deformità anche a livello estetico, soprattutto al viso, rendendo Sophia ‘brutta’ agli occhi della gente che la circonda. Gente che la fa soffrire con commenti odiosi e maleducati. Natalie, la mamma, ha sempre ignorato queste persone, continuando a cercare di non far capire nulla alla sua Sophia, ma, ultimamente, non ce l’ha fatta più. “Nonostante i suoi problemi e le sue sofferenze, Sophia è l’essere umano più forte che io conosca. I suoi fratelli la aiutano, la sostengono e la amano in un modo incondizionato. E’ sempre stata vittima di bullismo e io ogni volta avevo il cuore a pezzi. Ma come si fa a distruggere tutta la cattiveria del mondo? Circa un anno fa, ho decido di diventare una sostenitrice dei bambini con delle disabilità come Sophia. ho fondato la Advocates for Medically Fragile Kids NC. Si tratta di un’associazione che garantisce a questi bambini un’istruzione e un sostegno, anche economico, alle loro famiglie. Garantiamo loro delle attrezzature che, purtroppo, assicurazione non ti darà mai.

Ma pochi giorni fa, ero su Twitter, quando mi sono imbattuta in una foto della mia bambina. Qualcuno l’aveva rubata, forse un troll, un fake, insomma un contatto falso e l’aveva usata per uno scopo orribile.

Hanno usato la faccia della mia bambina per un post sull’aborto, per promuovere l’aborto di bambini come Sophia.

Ero schifata, inorridita, senza parole. Il messaggio diceva: ‘va bene pensare che ogni bambino conti, ma loro sono un abominio.’

E sapete cosa mi ha inorridito ancora di più? Ho scritto a Twitter, ho chiesto loro l’eliminazione del post, ma non è stato possibile, poiché, a loro parere, non aveva nulla che non andasse. Così ho raccontato tutto sul mio profilo, non aspettandomi che il mio post diventasse virale.

Quando Twitter ha visto la reazione di migliaia di utenti, ha chiuso il contatto troll e rimosso la foto della mia bambina. Mia figlia è un regalo, non è un abominio e io continuerò a lottare per lei e per tutti quelli come lei.”