“Ho chiesto perdono al mio bambino, ogni giorno”

Dopo essere stata accusata di spaccio di droga, Jessica Monteiro, è stata arrestata. La donna di 24 anni però il giorno dopo l’arresto, fu portata in ospedale per dare al mondo il suo bambino. Dopo 3 giorni dalla nascita, fu riportata in cella, nonostante fosse stata fatta la richiesta per gli arresti domiciliari, che venne respinta.. Così Jessica si ritrovò in gattabuia con il suo bambino, dove le condizioni igieniche e sanitarie di base, sono del tutto inappropriate per un neonato.

La sua storia ha creato un vero e proprio trambusto, poiché molte persone ne sono rimaste toccate. Jessica ci racconta che dopo il parto, era molto felice, ma che allo stesso tempo, non ha smesso un secondo di piangere a causa della loro brutta situazione. Consapevole dello sbaglio che aveva fatto, implorò il perdono pur di non portare il suo bimbo in prigione. Avrebbe voluto scontare la sua pena fuori dal penitenziario. La situazione era veramente triste, si ritrovò a fare il primo bagnetto del piccolo, dopo aver lasciato l’ospedale, in un secchio della prigione e a scaldare l’acqua furono i detenuti stessi, ma nonostante questo il piccolo tremava per il freddo. Jessica aveva paura che il piccolo si potesse raffreddare o peggio ancora avrebbe potuto prendere qualche batterio.  La situazione era veramente sfavorevole, un neonato non dovrebbe vivere queste situazioni a così pochi giorni dalla sua nascita. I neonati hanno bisogno di svariate cure, ambienti puliti ed igienizzati. Fortunatamente la loro “triste avventura “, se così si può definire, terminò presto. I due vennero trasferiti nel carcere femminile di Santana, nel nord della città di San Paolo. Dopo due giorni dal trasferimento, le concessero gli arresti domiciliari.

Lunedì 19 il neonato fu finalmente registrato. Jessica continua a raccontarci di quanto sia triste avere un bambino e andare in prigione o peggio portarlo in prigione con se.

Ha chiesto perdono al piccolo per tutto quello che gli ha fatto passare con così poco tempo di vita.

Questo caso però è servito a sollevare parecchi interrogativi sulle donne incinte o con neonati, che si trovano in questa situazione nei carceri brasiliani, e lo scopo del pubblico ufficiale fu cercare il modo di far scontare le pene ai domiciliari, per permettere ad una triste realtà, come quella del figlio di Jessica, di cambiare e non proporsi mai più.