Un giorno bambina mia, ti racconterò di quello che è successo

Ti racconterò di come siamo stati vicini nonostante la distanza e di come ci siamo rialzati, nonostante tutto

Un giorno figlia mia ti parlerò di questo Coronavirus, un’epidemia arrivata da lontano che ha piegato il mondo intero, ma non ci ha spezzati. Ti racconterò di come io e tuo papà abbiamo avuto la sfortuna di essere lontani al momento dell’emissione di un decreto che costringeva tutti gli italiani a non spostarsi più di casa.

Non ci siamo visti per giorni, per settimane, ma abbiamo continuato ad amarci, come prima, più di prima. Ti racconterò di quando ogni sera, a ora di cena, videochiamavo i nonni e zia e virtualmente cenavamo tutti insieme, perché questo terribile virus ci ha tenuto distanti fisicamente, ma mai con il cuore.

Forse non lo sai ma io avevo una casa in una città bellissima, la chiamano caput mundi, ma ero lontana dalla famiglia, dagli amici e dagli affetti. Ma non mi sono sentita sola, mai perché nonostante le distanze chilometriche durante l’epidemia l’Italia intera si è stretta in un abbraccio più caloroso che mai.

Durante le giornate in cui eravamo chiusi in casa ci davamo appuntamento sui social network e alle 18.00 circa, uscivano tutti sui balconi e ci affacciavamo alla finestra per intonare canzoni e sentirci vicini come non mai. Le strade erano vuote, ma alzando gli occhi al cielo, tra striscioni arcobaleno e pentole e coperchi che sbattevano le persone trasformavano il quartiere nel Carnevale di Rio.

Ti racconterò figlia mia di tutte le cose che ho imparato da questo Coronavirus. Un esempio? Ho capito il valore del tempo e di come ne abbia perso tantissimo dietro a cose e persone futili. Ho capito che l’errore più grande che possiamo fare è quello di lasciare le cose e le persone lì perché le diamo per scontate, ma loro non resteranno in eterno immutate.

Ho capito quanto mi è costato rimandare quel pranzo con i tuoi nonni e quel pomeriggio con tuo papà, perché allo scoppio dell’epidemia io ero lontana e mi sono ritrovata a poterli guardare solo attraverso lo schermo di uno smartphone. Senza sentire l’odore della pelle, senza poter sfiorare quei visi e perdermi nei loro abbracci.

Ho capito poi però che tutto sarebbe andato bene, ho iniziato a essere speranzosa e non ero l’unica sai? L’Italia, il nostro Paese, ha dimostrato un grande coraggio e un senso di responsabilità invidiabile. Certo, abbiamo fatto tutti dei sacrifici e purtroppo qualcuno non ce l’ha fatta lasciando nel cuore delle persone tanto dolore.

Ma nonostante tutto siamo stati forti, abbiamo immaginato il momento in cui tutti ci saremmo tolti le mascherine e saremo scesi per le strade a festeggiare. Ti racconterò di quando ogni notte, prima di dormire sognavo il momento in cui avrei abbracciato i tuoi nonni e il tuo papà e ripetevo a me stessa che tutto sarebbe andato bene e che a fine di tutto avrei vissuto la mia vita come forse non l’ho fatto mai.