Vi presento mia figlia Louise. Ha due braccia, due gambe e un cromosoma in più

Una mamma di un bambino con la Sindrome di Down nel corso della sua vita, è costretta, purtroppo, a sentire frasi superficiali e a vedere trattare il suo piccolino come un bambino “diverso”… Caroline Boudet, la protagonista di questa storia, è una famosa giornalista ed è anche mamma di una bambina bellissima, affetta dalla Sindrome di Down. Un giorno, mentre si trovava dal medico, è stata costretta ad ascoltare un commento idiota, da parte di uno sconosciuto e ha deciso di raccontarlo sul suo profilo social.

“Questa è la mia bambina: Louise. Ha 4 mesi, due gambe, due braccia e un cromosoma in più. Quando la incontrate non chiedete mai alla sua mamma, cioè a me: ‘Come hai fatto a non scoprirlo durante la gravidanza?’. Magari lo sapevo e ho deciso ugualmente di tenerla… oppure no, ma non sono comunque fatti vostri.

 Sappiate che le mamme hanno la tendenza a sentirsi in colpa per qualsiasi cosa, così anche per un cromosoma in più, a sorpresa. Non dite mai: ‘E’ la tua bambina, non importa com’ è!!’ NO! E’ la mia bambina, punto. E poi ‘Non importa com’è” è davvero un brutto nome, preferirei chiamarla Louise!

 La Sindrome di Down non è ciò che è, è ciò che ha. Ricordate che le parole contano, possono confortare o ferire. Quindi prestate attenzione… specialmente se siete un medico o un’infermiera! Non amo rendere pubblico il mio ‘stato’ su Facebook, ma oggi lo farò. Potete leggerlo e condividerlo come volete. Perché nel mondo, ci sono tante “mamme di Louise” che possono avere la giornata rovinata da quel genere di parole. Lo so che non c’è l’intenzione di ferire, ma dovete saperlo!”.

Il post ha ottenuto più di 26 mila condivisioni e 12 mila like! Caroline ha ricevuto tantissimi messaggi di sostegno, anche da tante persone che non hanno parenti, figli o amici con la Sindrome di down. “Forse perché ho parlato con il cuore, ho spiegato ‘la differenza’ e nel mondo ci sono molte persone diverse per qualcosa. Oppure perché parlo di amore o di senso di colpa”, ha detto la Boudet. Il post fa pensare… speriamo che sia arrivato a chi era veramente dedicato!

Ogni parola di questa mamma deve lasciare un segno! Dov’è finita l’umanità? Siamo nel 2017 eppure ci sono ancora problemi di discriminazione, problemi del “diverso”. Guardate Luoise, fermatevi sulla sua immagine e poi ditemi, non è bellissima?