Come vestirsi 100% vegan

Tanti consigli per riconoscere e scegliere un abbigliamento cruelty free

 

Scegliere di diventare vegani è una vera e propria scelta di vita e filosofia di pensiero che portano come conseguenza diretta non solo a non mangiare nulla che sia macchiato di “violenza nei confronti della natura“, ma (oserei dire soprattutto) a fare scelte a 360° cruelty free.
Questo significa, pensando per esempio all’abbigliamento (elemento “fondamentale” della nostra vita insieme al cibo), evitare materiali come pelle, lana, seta, piume e molto altro ancora.
In Italia cominciano a nascere nelle grandi città i primi negozi di moda 100% vegan e con questi arrivano anche i primi marchi specializzati in abbigliamento 100% vegan.

Quali sono le regole e come capire se un capo di abbigliamento è davvero cruelty free?

Quali i prodotti da evitare

PELLE e PELLICCE

Naturalmente il primo prodotto da non prendere nemmeno in considerazione è la pelle.
Tutto quello che è fatto con la pelle è da ritenersi prodotto con veri tessuti animali, nella maggior parte dei casi di bovini.
Si potrebbe pensare che quegli animali non sono stati uccisi solo per utilizzare la loro pelle, ma, per quanto possa essere effettivamente così, l’allevatore percepisce parecchi soldi anche dalla vendita di questa “parte” dell’animale e quindi non va alimentato in nessun modo tale aspetto.

Bisogna quindi fare attenzione anche a tutte le varie rifiniture che possono trovarsi nelle giacche, sulle maglie etc… per non parlare di scarpe, borse etc…

Per quanto riguarda le pellicce, beh, quelle ormai bisognerebbe evitarle indipendentemente dalla scelta di essere vegano o no: molti animali vengono allevati con il solo scopo di essere scuoiati per i loro prezioso pelo e troppi (fosse anche solo uno sarebbe già troppo…) vengono scuoiati vivi.

PIUMA E PIUMINO D’OCA

Per quanto la piuma e il piumino dell’oca ricrescano e non richiedano l’uccisione del volatile, la produzione a livello industriale è particolarmente tormentata per questi pennuti. Immobilizzati e spesso sedati, le loro penne vengono strappate con violenza, tanto che, dopo la procedura, non capita di rado che il loro corpo sia ricco di ferite così come capita che molti muoiano per lo stress subito.

PERLE

Sebbene il mollusco non venga ucciso e pare che il processo sia indolore, si tratta pur sempre di sfruttamento di un essere vivente e per questo buona parte del mondo vegano evita quello che per molti è considerato “un materiale prezioso“.

LANA e FELTRO

Anche in relazione a questo materiale oggi  varrebbe la pena porre dell’attenzione in più indipendentemente dalle scelte vegane: sebbene gli animali non vengano uccisi bensì tosati, si contestano le scarse condizioni in cui gli ovini sarebbero costretti a vivere, soprattutto negli allevamenti intensivi.
I ritmi della grande produzione fanno sì che la tosatura non avvenga più con la pazienza e la cura tipica della tradizione, bensì con degli appositi macchinari che prevedono l’immobilizzazione della pecora, a volte con metodi di stordimento momentaneo come la scossa elettrica.

Anche il feltro va eliminato perché spesso contiene lana e pelliccia.

SETA

Un altro punto su cui riflettere in senso generale: la seta si ricava dal baco da seta (ovviamente), ma il punto è questo: gli allevatori  per ottenere il massimo dalla loro produzione impediscono ai bachi di uscire dal bozzolo, una volta terminata la loro prima fase evolutiva.

Gli esemplari poi vengono bruciati in appositi forni quando non più necessari.

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Il bollino Vegan Ok

Come capire se un capo di abbigliamento è cruelty free

Per quanto riguarda le scarpe o tutto quello che potrebbe contenere pelle, occorre fare attenzione e verificare se nell’etichetta è presente il classico simbolo della pelle di animale: se c’è, non si deve comprare!
Una specie di griglia a trattini indica le materie tessili e sintetiche.
Un rombo indica la gomma o altri materiali comunque non animali. Se tutti e 3 i simboli sono rombo o griglia, possiamo comprare la scarpa, verificando solo che non vi siano parti in lana (la lana è considerato un tessuto, quindi ha come simbolo la griglia).

La ricerca di eventuali parti in pelle rimane comunque ancora un punto delicato perché ad oggi la legge impone che un prodotto debba contenere le informazioni dell’80% del materiale di cui è fatto,la restante parte non ha obblighi di essere specificata.
Per gli altri materiali…occorre leggere bene le etichette cosi come si fa per il cibo.

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Anche Pink con i vegani

Materiali alternativi

Al posto della pelle si possono considerare l’alcantara o materiali sintetici come la lorica.

Al posto della lana si può scegliere la ciniglia, il velluto e il pile sintetici.

Al posto delle imbottiture dei piumini si utilizza per esempio il Fibrefil.

Al posto della seta alternative vegetali o sintetiche come la viscosa.

Link utili

E’ interessante consultare il data base Vegan Home dove si possono reperire un numero infinito di informazioni utili e dettagliate.

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Abbigliamento vegan