Le imitazioni dei designer stanno tornando di moda?
Il fantasma del “falso” incombe ancora sull’universo fashion
Riconoscere un pezzo vero da un’imitazione è roba per esperti: contare i rombi sul retro di una Chanel 2.55, controllare le cuciture di un bauletto Louis Vuitton o riconoscere degli orecchini di finta perla dal riflesso, sono solo alcuni dei “ trucchi” del mestiere che chi lavora nel fashion system conosce quasi come fossero i 10 comandamenti o che il mondo della rete propina come la Bibbia per evitare fregature quando si acquista online.
Prima regola per un addetto ai lavori? Mai acquistare un’imitazione. Eppure il mercato del falso cresce ogni anno di più: nel 2013, in America, lo stato ha sequestrato merci false per quasi 2 miliardi di dollari. Insomma un danno ingente per le aziende. E, anche se si stenta a crederlo, spesso anche coloro che lavorano nel campo si fanno ammaliare da un cosiddetto knock-off, una copia perfetta dell’originale. Il motivo? Il prezzo, ovviamente. A volte le priorità sono altre, altre volte ci si rende conto che il lavoro nella moda non vuol dire necessariamente guadagni alle stelle.
Brand di lusso come Louis Vuitton, Burberry ed Hermès, tuttavia, sono tra quelli più impegnati nella lotta al falso e sono stati coinvolti in processi contro aziende che avevano copiato spudoratamente i loro prodotti.
L’esempio più lampante è sicuramente la disputa tra Vuitton ed eBay che, nel 2008, ha dovuto risarcire la casa di moda francese per 38.6 milioni di euro. Da allora il gigante del mercato online – e uno dei siti dove è più semplice trovare imitazioni dei grandi marchi – ha iniziato una collaborazione con il CFDA per la campagna “You Can’t Fake Fashion” (Non puoi falsificare la moda) con l’obiettivo di sensibilizzare i clienti sui rischi legati all’acquisto di merci false.
Con la nascita dei marchi high street e low cost, però, la situazione è cambiata: non fa più tanto scalpore indossare un’imitazione perché brand come Zara o Topshop riproducono continuamente pezzi che provengono dalle passerelle.
Ricordate la questione Zara/Moschino? Il Signor Zara sarà stato consapevole che quella felpa ispirata a Barbie era, in realtà, una copia di quella di Jeremy Scott? Scommettiamo di sì! Questo è utile, però, per chi, per questioni economiche o altro, non riesce ad acquistare (o non vuole) i capi di lusso, ma può sfoggiare con orgoglio pezzi simili, d’impatto e costati decisamente meno (che vengono apprezzati – talvolta con stupore – anche da chi si destreggia nel mondo del fashion).
E voi che ne dite? Siete tra coloro che aborrono il falso o acquistate con piacere un’imitazione trovata in una catena di abbigliamento low cost, online o, magari, al mercato?