Milano Fashon Week: la città si prepara all'evento più modaiolo dell’anno
Una città che in questi giorni si popola di moda e di persone che si gettano nella frenesia della Fashion Week. Addetti ai lavori, curiosità e dettagli di quella che sarà una settimana piuttosto impegnativa...
Sono qui da novembre, pochi mesi certo, ma abbastanza tempo per capire che questa città è piena di spunti e di creatività. Ogni giorno c’è qualcosa che mi ispira e che mi stimola. Ma non avevo ancora passato il periodo della Fashion Week qui. Ero venuta lo scorso anno la prima volta con il cuore che pulsava per l’emozione, per la mia prima volta qui durante un evento di tale portata. Le mie aspettative non erano state affatto deluse. Ma ora essere qui e poter conoscere una città che non solo vive un simile evento, ma che soprattutto lo prepara, lo crea… è favoloso. Milano non è solo un contenitore di idee e di persone, Milano crea… crea la voglia di condividere emozioni, di poter esprimere la propria creatività senza aver paura dello sguardo interrogativo delle persone. Ed eccomi vivere questa settimana ancora con tanta emozione. Mi sono svegliata questa mattina con una città già piena di eventi da vivere e mi sono affacciata un po’ su di loro.
Gente che viene, che si prepara, addetti ai lavori che si fanno in quattro
Le strade che generalmente sono popolate al mattino da mammine tenere ed affettuose che accompagnano i loro bambini a scuola, oggi erano cambiate. Tacchettii insistenti. Mi volto e vedo frotte di giovani donne ben vestite avviarsi con passo svelto verso chissà dove.
Ragazze che parlano a voce alta perché non hanno ricevuto un accredito ad una sfilata o perché sono semplicemente nervose. Non si vive con molta calma in queste giornate, questo l’ho capito di sicuro. Passeggio mentre vado al lavoro e penso a tutte le persone che pur di non perdersi sfilate ed eventi chiedono settimane di ferie. Quello che si percepisce è tanto lavoro, tanto lavoro di chi in questa settimana invece deve dare il 100% più di tutti gli altri giorni “normali”. Orari indefiniti per chi si trova dietro le passerelle. Pranzi mai rispettati e tanti caffè da bere in tazze tiepide, per non perdere tempo. Lo so, è pazzesco tutto questo, neanche io riuscivo a rendermi conto di questi ritmi prima di viverli ed osservarli da vicino.
La moda che circola fuori dai front row
Iniziano così le prime giornate di sfilate in cui le partecipanti di sesso femminile cambiano le loro scarpe appena prima di voltare l’angolo per entrare nella piccola stradina davanti gli ingressi delle sfilate gremiti di fotografi pronti a premere il grilletto, come cecchini ben addestrati. Ma è fuori che io respiro la libertà di espressione di tantissimi stili e culture diverse.
È un’espressione stanca, un passo svelto che attira l’attenzione.
È il foulard delle donne arabe che sono accorse anche loro e che guardano la moda italiana con interesse.
E poi ci sono miriadi di blogger che quasi non riescono a tenere il passo di tutti gli eventi a cui devono partecipare, che come trottole impazzite ruotano a velocità inimitabile (almeno per me!). E poi vengo rapita da Elena Santarelli, che con estrema eleganza cammina con aria indifferente e che si getta anche lei tra la mischia delle mille persone all’ingresso di una sfilata. Ma è solo un attimo, lei non fa la fila, ha la corsia preferenziale. Fortunata!