Addio piccolo Alfie

Quando si diventa genitori, si prende coscienza che per quella piccola creatura si farebbe qualunque cosa. Un genitore lotterà per tutta la vita per il bene del proprio figlio, e ancora di più se si tratta di salute. Quando si ha un figlio malato, affetto da una grave malattia, ci si aggrappa ad ogni barlume di speranza.

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I genitori del piccolo Alfie lo sanno bene, hanno lottato con lui fino al suo ultimo respiro, che purtroppo è avvenuto stanotte, 28 aprile, alle 2:30. Dopo numerose battaglie e ricorsi da parte dei genitori, per poter dare al loro piccolo guerriero, una speranza di sopravvivere, Alfie si è spento all’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool, quel luogo che è stata la sua casa dal dicembre del 2016. Il piccolo era affetto da una rara e grave malattia neurodegenerativa sconosciuta, e a soli sette mesi è cominciato il calvario per tutta la famiglia. Il bimbo viene portato d’urgenza all’ospedale in seguito a uno svenimento seguito da convulsioni. Da quel momento medici e genitori si mobilitano, chiedono sostegno sui social, si rivolgono a neurochirurghi di fama, e gli aiuti cominciano ad arrivare da tutto il mondo, anche dall’Italia. Nel dicembre 2017 i dottori dicono ai genitori di aver esaurito tutte le opzioni, non c’è cura per il loro bambino. I genitori vogliono trasferire Alfie in Italia (dove hanno ottenuto il permesso di soggiorno per questioni umanitarie) all’ospedale Bambin Gesù di Roma, per tentare delle cure sperimentali, ma i dottori dell’ Alder Hey Children’s Hospital si oppongono al trasferimento del bambino, e si rivolgono all’Alta Corte per avere il permesso di staccare i macchinari che tengono in vita il piccolo Alfie.

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Il caso finisce in tribunale, i genitori presentano nuovamente la domanda di trasferimento in Italia, ma viene negato. Il papa del bambino si reca in Italia per incontrare Papa Francesco, che ha esortato tutti a pregare per il piccolo Alfie.

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Il 23 aprile, i medici hanno staccato la spina. Il piccolo ha respirato per conto suo fino alle 2:30 di questa notte 28 aprile. Stamattina le parole del padre su Facebook hanno straziato il cuore di migliaia di persone: “Il mio gladiatore ha posato lo scudo e ha spiccato il volo alle 2.30, ti amo, ragazzo mio”

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Un dolore del genere è impossibile da immaginare. Auguriamo ai genitori di trovare la forza di andare avanti: un’altro piccolo angelo è volato in cielo.