Enzo Paolo Turchi: “La mia pensione è ridicola. Non si tratta così un artista”

La denuncia del ballerino, marito di Carmen Russo, a Spy.

Enzo Paolo Turchi, ballerino napoletano della televisione degli anni 80, sposato con Carmen Russo dal 1987, ha denunciato quanto sia economicamente inconsitente la sua pensione (e non ha torto).

Enzo Paolo Turchi: "La mia pensione è ridicola. Non si tratta così un artista"

Turchi, che è anche coreografo e insegnante di ballo, intervistato dalla rivista Spy, ha svelato che riceve ogni mese un assegno mensile di appena 740 euro, una sorte comune a molti altri artisti italiani. “Ci sono rimasto molto male: non per una questione di soldi – non sono in miseria – bensì per etica professionale – ha spiegato il ballerino – Non si può trattare così un artista, famoso o non famoso che sia, dandogli un’elemosina”.

Enzo Paolo Turchi: "La mia pensione è ridicola. Non si tratta così un artista"

“Tutti i miei contributi sono spariti, la ritengo un’offesa”. Quindi, per il marito di Carmen Russo, la pensione ricevuta da chi ha fatto spettacolo per tutta la vita non è proporzionalmente adeguata ai contributi versati. In effetti, l’assegno di Enzo Paolo Turchi ha la stessa somma di quella prevista per il reddito di cittadinanza.

Enzo Paolo Turchi: "La mia pensione è ridicola. Non si tratta così un artista"

Come scritto, il ballerino napoletano, 69 anni compiuti il 19 luglio scorso, non è l’unico artista che riceve una pensione ‘misera’. 800, infatti, sono gli euro percepiti mensilmente da Wilma De Angelis, 88 anni, con un cursus honorum di tutto rispetto: 9 partecipazioni al festival di Sanremo, oltre un centinaio di dischi pubblicati, e via dicendo. La De Angelis ha detto: “Quando sono andata a richiedere la pensione non avevo neppure 1600 giornate lavorative versate in tutta la mia vita, eppure ho cominciato a lavorare a 16 anni. I diciotto anni a Telemontecarlo sono andati quasi tutti persi: la sede allora era proprio a Montecarlo e non avevano l’obbligo di versare i contributi a chi lavorava in Italia. Questo mi ha un po’ fregata, ma non faccio nessun pianto”.

Anche Giucas Casella riceve un assegno mensile di 800 euro: “Mi sembra una cifra così ridicola rispetto a tutti i contributi che ho versato, che ora sto pensando di agire con un ricorso. Per fortuna da buon siciliano sono stato meticoloso, perché solo con la pensione ora sarebbe impossibile vivere”.