Adriano Celentano scrive a Corona: “Caro Fabrizio, l’unica via è Gesù”

Il molleggiato torna a scrivere a Fabrizio Corona postando la lettera su Instagram

Fabrizio Corona è tornato da poco a casa dopo alcune settimane di nuovo in carcere. Qualche giorno fa ha potuto anche godersi degli istanti d’aria uscendo in strada a passeggiare con la mamma Gabriella. Sono tanti i personaggi famosi che si sono schierati con lui chiedendo che venga curato come si deve e non rimesso in carcere. Uno dei più attivi è sicuramente Adriano Celentano.

Fabrizio e Gabriella
Fonte: Google

Il cantante durante la permanenza di Fabrizio in carcere gli ha scritto 3 lettere che ha poi postato sul suo profilo Instagram. Oggi ha voluto dedicargli un video dove sulle note del brano “L’uomo nasce nudo” ha scritto:

“Caro Fabrizio – esordisce il Molleggiato – è arrivato il momento di scegliere, il tempo stringe e dobbiamo decidere da che parte andare prima che sia tardi. E l’unica via non solo per te, per me per chiunque, per tutti gli uomini del mondo, l’unica via è Gesù. Senza di Lui siamo già morti, fin dalla nascita”.

Adriano Celentano
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Prosegue Celentano: “Conosco i quattro Vangeli a memoria li avrò letti almeno quattrocento volte e ogni volta che arrivo al punto in cui Lui viene schiaffeggiato e sputato in faccia, mi rattristo fortemente e allora vado indietro. Rileggo quelle righe, sperando di trovare parole di vendetta che Lui non ha. Ma ti svelo un piccolo segreto: forse l’avrò letto anche cinquecento di volte, eppure la sera quando già sono sotto le coperte, se non leggo un passo del Vangelo non mi addormento felice. E’ questa l’idea di cui ti parlavo”.

Adriano Celentano lo invita ad aprirsi alla fede

Fabrizio Corona
Fonte: Instagram

Infine l’invito ad aprirsi alla fede che potrà sicuramente aiutarlo: “Non puoi vincere se non apri il tuo cuore al nuovo Fabrizio, quel Fabrizio che stupirà tutti, capace di accettare anche la durezza di chi, in questo momento, non vuole essere tenero. E io me lo sento che lo farai come quel giorno in cui hai portato due ragazzi in comunità salvandoli. Ecco il bravo ragazzo che hai detto di essere. Io ci credo che tu lo sia. Forse perché da qualche parte nel tuo corpo vedo stampata la Sua figura. Anche Lui è stato giudicato, ma a differenza di te, ingiustamente, troppo ingiustamente. Perché quelli non erano giudici, ma una manica di assassini assetati di sangue”.