Alessandro Borghese in crisi con il ristorante: ha bisogno dello Stato

Alessandro Borghese, come altri ristoratori è in crisi, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera ha spiegato che anche lui ha bisogno dello Stato

Alessandro Borghese, come molti altri chef italiani, sembra essere in crisi con il suo ristorante. Il noto cuoco ha spiegato che anche lui ha bisogno dell’aiuto dello Stato per andare avanti, sembra che più di un altro mese non possa resistere.

alessandro borghese chef

Data la fase 2 ancora vaga ed incerta, sono molti i ristoratori in difficoltà. Alessandro Borghese è uno degli chef che maggiormente sta attraverso momenti davvero difficili. Oltre ad essere uno chef, un abile conduttore di format di cucina famosi e seguiti, Alessandro Borghese è anche alla guida di attività di catering, di un’agenzia di consulenza, di un panificio e di un ristorante a Milano “Il lusso della semplicità”.

chef e conduttore alessandro borghese

Lo Stato con la sua assenza sta radendo al suolo la ristorazione italiana”, ha raccontato Alessandro Borghese in un’intervista al Corriere della Sera: “Non solo manca sostegno economico a un settore che è il fiore all’occhiello del Paese, ma anche le regole per iniziare a progettare la ripartenza non ci sono … Da quando è iniziato il lockdown ho perso quasi metà degli introiti”.

Sono venute meno cene private, ben 16 matrimoni, per non parlare degli eventi legati al Salone del Mobile”, ha dichiarato Alessandro Borghese: “Ora siamo fermi. È tutto chiuso. E sto anticipando l’assegno della cassa integrazione ai miei 64 collaboratori: non potevo permettere attendessero mesi prima dell’arrivo dei fondi a causa della burocrazia”. Alessandro Borghese ha infatti confessato che ha bisogno dei sussidi per pagare le bollette, i dipendenti e gli affitti.

Per quanto riguarda il suo ristorante a Milano se dovranno essere messe in atto le misure circa lo spazio obbligatorio fra i tavoli Alessandro Borghese si è mostrato alquanto perplesso: “Se sarà di due metri il mio ristorante passerà da 95 coperti a 65. Ancora sostenibile. Se dovesse essere di più – in questi giorni è stato ipotizzato anche 4 metri – dovrò ripensare del tutto l’attività e in qualche maniera farò, ma tantissimi ristoratori non saranno nelle condizioni di riaprire”.