Barbara D’Urso, con chi l’ha tradita l’ex marito Michele Carfora?

Barbara D'Urso abbassa gli occhi davanti a una foto del suo ex marito Michele Carfora abbracciato alla donna con cui si presume l'abbia tradita; ecco chi era

Barbara D’Urso stava guardando un video sulla sua vita a Live – Non è la D’Urso quando, sullo schermo è comparsa una foto che le ha fatto abbassare la testa e spostare lo sguardo. Nell’immagine c’era il suo ex marito, Michele Carfora, abbracciato ad un’altra donna. Un ricordo che, evidentemente, fa ancora male. Ma chi era questa donna e, sopratutto, il tradimento c’è stato davvero? Scopriamolo insieme.

Un proverbio cinese dice che ci sono tre verità: la mia verità. la tua verità e la verità. Nel caso di Barbara D’Urso conosciamo la sua versione, quella dell’ex marito, Michele Carfora ma quella vera ancora è un mistero. Come ben sapete, Barbara D’Urso ha chiesto la separazione con addebito dal suo ex marito per un presunto tradimento.

Barbara D'Urso guarda video ex marito

Lui si è sempre dichiarato innocente. La sua versione non coincide affatto con quella di Barbara D’Urso.

Azzurra Passa e Michele Carfora

Al contrario di lei, Michele Carfora sostiene di aver iniziato la relazione con Azzurra Passa, la donna che stava abbracciando nella foto, solo dopo la fine del suo matrimonio con la conduttrice Mediaset. Il ballerino si è poi rifatto una vita con la donna con cui è stato accusato di aver tradito Barbara D’Urso e che gli ha regalato una figlia, Maria Laura.

Barbara D'Urso e Michele Carfora

Dunque, il tradimento c’è stato o no? Ovviamente non ci è dato sapere. Barbara D’Urso e Michele Carfora sono stati sposati a settembre del 2002. I due si sono lasciati a marzo del 2006 (come afferma il suo Michele Carfora) e hanno divorziato legalmente nel 2008. La foto incriminata è uscita sui giornali ad agosto del 2006.

I due si sono separati consensualmente ma, qualche anno dopo, Michele Carfora ha chiesto alla conduttrice Mediaset un assegno di mantenimento di 1000 euro.

Michele Carfora

Sulla vicenda, Barbara D’Urso ha dichiarato nel 2015, in un’intervista pubblicata da La Stampa:

“Dico no ad essere considerata il carnefice mentre in realtà sono la vittima: il mio ex marito non solo mi ha tradito, tanto da indurmi a chiedere la separazione con addebito, ma si è rifatto una vita con un’altra donna dalla quale ha avuto una figlia che ora ha tre anni”.

Michele Carfora ha ribadito così alle sue accuse:

“Poi, ad agosto 2006, noi ci eravamo già lasciati da cinque mesi, uscirono alcune fotografie che mi ritraevano con un’altra donna. Lei invece di spiegare ai giornali che ci eravamo già lasciati, fu fotografata poco dopo sotto l’insegna ‘Separazioni e divorzi’ del tribunale. Disse che l’avevo tradita. Lì, come si dice a Roma, ho “sbroccato”. Non fu un comportamento corretto”.

Qualche anno fa, in un’intervista rilasciata a “Gente”, l’ex marito di Barbara D’Urso ha precisato:

“Ho una figlia, Maria Laura, di 2 anni, avuta dalla mia compagna Azzurra Passa, attrice teatrale anche lei. Stiamo insieme da sei anni. Se ho intrapreso questo percorso, se ho chiesto questo denaro a Barbara, è proprio per mia figlia. Negli ultimi tempi lavoro poco e sto vivendo un momento di difficoltà. Per questo ho deciso di mettere da parte l’orgoglio e pretendere dalla mia ex moglie i soldi che il giudice mi ha riconosciuto. Al momento della separazione non le chiesi nulla. Eccezion fatta per tre cose. Prima di tutto la mia parte di regali di nozze, che peraltro non ho mai visto. Sono rimasti depositati nei negozi di Roma dove avevamo fatto le liste nozze. Barbara aveva preferito lasciare tutto là: “Andiamo a prenderli quando vogliamo”, diceva. Due settimane dopo l’addio, però, ha ritirato tutto.  (..) Le ho chiesto indietro uno smeraldo montato su oro giallo. Un gioiello che apparteneva a mia nonna e che mia madre, poco prima che ci sposassimo, aveva regalato a Barbara. Infine, volevo riavere 16 mila euro, la metà circa del costo sostenuto per alcuni lavori di ristrutturazione fatti nella sua casa di Roma, dove vivevamo insieme”.