Black or White: il nuovo film con Kevin Costner

Tratto da una storia vera, sarà in tutte le sale dal 5 marzo

 

Sono passati 11 anni dalla collaborazione con Mike Binder in Litigi d’amore e il prossimo 5 marzo Kevin Costner torna al cinema con il film Black or White, una storia familiare appassionata che apre una profonda riflessione sulla ancora aperta questione razziale americana.
Balck or White racconta la storia dell’avvocato Elliott Anderson.
L’uomo, rimasto vedovo dopo l’improvvisa morte della moglie e, fino a questo momento, unico tutore della nipotina birazziale Eloise, affoga il suo dolore nell’alcool e si scontra con le difficoltà che derivano dal crescere la bambina.
Ad un certo punto il suo mondo viene letteralmente sconvolto dall’arrivo della nonna paterna della bambina, Rowena (una bravissima Octavia Spencer), che chiede che Eloise venga affidata alle cure del padre naturale, suo figlio Reggie, un drogato che aveva abbandonato la figlia, subito dopo la morte della madre, avvenuta per complicanze durante il parto.

Kevin Costner in una scena di "Black or White" - foto da cartella stampa Good Films
Kevin Costner in una scena di “Black or White” – foto da cartella stampa Good Films

 

A partire da qui scoppia una battaglia tra i due nonni per l’affidamento di Eloise che fa riemergere vecchie convinzioni e pregiudizi a lungo rimasti sopiti.
Black or White è un film a metà tra il drammatico e la commedia, è un film dove le singole vicende sono mosse dall’amore per una bambina che incarna due differenti realtà culturali e razziali e che in questo amore potrebbero trovare il loro punto d’incontro.
Il film, tratto da una vicenda realmente accaduta nella famiglia del regista Mike Binder, offre uno sguardo su due mondi molto diversi, in cui nulla è semplicemente bianco o nero.

La storia da punto di vista del regista

Come ha affermato lo stesso Binder “Abbiamo ancora un grosso problema legato al razzismo in questo paese. La gente si vede bianca, nera o marrone. Ancora troppo spesso, ci vediamo per chi siamo piuttosto che per quel che siamo. Credo che il Presidente Obama lo abbia spiegato bene la notte in cui parlò di George Zimmerman: Dobbiamo riuscire a capire come superare questa cosa. Disse che il motivo per il quale era ottimista era che le sue figlie sono molto più brave di lui in questo”.

Kevin Costner e Octavia Spencer in una scena di "Black or White" - foto da cartella stampa Good Films
Kevin Costner e Octavia Spencer in una scena di “Black or White” – foto da cartella stampa Good Films

Black or White si ispira ad una situazione che è capitata proprio alla famiglia di Binder.
Come racconta il regista, diversi anni fa, la sorella della moglie morì a 33 anni. Aveva un figlio di sette anni che è birazziale, suo padre era scomparso dalla sua vita e la famiglia del padre viveva a South Central.
Furono Mike Binder e la moglie a prendersene cura, seppur i familiari del padre naturale siano sempre stati molto presenti nella sua vita. Il bambino è cresciuto in due mondi totalmente diversi: Santa Monica e South Central, è stato un bambino felice, anche se è chiaro che per le persone ha sempre rappresentato un problema il fatto che fosse mezzo bianco e mezzo nero.

Le differenze culturali con la famiglia del South Central sono evidenti, ma tra le due famiglie non ci sono mai stati problemi, anzi, la nonna del bambino ha adora Diane, la moglie di Binder.
Ma cosa sarebbe accaduto se lo avesse cresciuto da solo?

Da qui nasce Black or White. Un film che vuole far riflettere sulla direzione che sta prendendo la questione razziale negli USA. Per Mike Binder forse la soluzione sta proprio nelle coppie birazziali: “il mischiarci tra di noi il più possibile, in modo che i nostri figli non sapranno più di che colore sono, e a quel punto saranno solamente persone”.
Ecco il pensiero che sta dietro Black or White, io lo condivido a pieno!!